Nei primi tre mesi del 2016 sbarcati 2400 minori non accompagnati, il triplo rispetto al 2015. Ma l’Italia non è ancora pronta ad accoglierli

misnaSu 20 giovani migranti che sbarcano in Italia, solo uno arriva con almeno un genitore o un adulto di riferimento. Gli altri, ovvero il 95% del totale, sono minori stranieri non accompagnati. Nei primi 3 mesi del 2016 la situazione dei ragazzi e dei bambini che sbarcano da soli sulle nostre coste è diventata un’emergenza sempre più drammatica. Tutto questo a fronte di un sistema di accoglienza che ancora una volta si sta dimostrando pieno di lacune.

Secondo i dati diffusi dal ministero dell’Interno, dall’inizio del nuovo anno, sugli oltre 14mila migranti giunti in Italia, circa 2.480 hanno meno di 18 anni. Di questi, solo 118 sono arrivati accompagnati, mentre gli altri 2.370 sono sbarcati senza adulti di riferimento. Un quadro che si va progressivamente aggravando. Nel mese di marzo, infatti, praticamente tutti i 1.100 giovani migranti giunti sulle nostre coste (su 8mila arrivi totali) sono soli.

Se confrontati con quelli del 2015, i dati dell’anno in corso danno efficacemente l’idea di come l’emergenza rappresentata dai minori stranieri non accompagnati stia diventando insostenibile. Tra gennaio e febbraio 2016 i giovani migranti soli arrivati in Italia sono stati 1.336, quasi tre volte quelli dello stesso periodo dell’anno precedente, quando il loro numero si fermò a 521. Cresce anche il loro apporto rispetto al numero totale dei migranti giunti sulle nostre coste: era del 6,6% nel primo trimestre 2015, è salito al 14,6% in questa prima parte del 2016, alimentato evidentemente dall’aggravarsi delle crisi africane e mediorientali.

Tutto lascia presagire quindi che il sistema di accoglienza italiano, nell’anno in corso, sarà chiamato a uno sforzo ancora maggiore di quello profuso nel 2015. Quando, a fronte di 154mila migranti sbarcati sulle coste italiane, oltre 16mila erano minori e, di questi, 12.360 risultavano non accompagnati: il 75% del totale, percentuale salita al 95% nei primi 3 mesi di quest’anno.

Con questi numeri, l’Italia è al terzo posto in Europa per le domande di protezione internazionale presentate da minori. Nonostante questo, il sistema di accoglienza continua a dimostrarsi largamente inadeguato. Manca infatti un sistema di ospitalità e protezione per i minori stranieri non accompagnati strutturato e integrato su tutto il territorio, coordinato da quella famosa cabina di regia più volte invocata dalle associazioni come Amici dei Bambini, impegnate nell’accoglienza dei migranti più fragili. E continua a giacere, da più di due anni, in un cassetto della commissione Affari Costituzionali della Camera, un disegno di legge, presentato dall’onorevole Sandra Zampa del Partito Democratico, finalizzato a dare vita a un sistema organico di accoglienza e protezione dei minori stranieri non accompagnati, tra l’altro già sottoscritto da rappresentanti delle principali forze di maggioranza e opposizione.

Resta sotto gli occhi di tutti il fatto che i giovani migranti soli – spesso ragazzi tra i 14 e i 17 anni, ma non mancano di bambini di 9 o 10 – sono i più esposti allo sfruttamento e al rischio di finire nella rete illegale della criminalità e della tratta.

Per questo da più parti, nel mondo non profit, si levano richieste alle istituzioni  per un urgente ampliamento della rete di accoglienza, un adeguamento qualitativo della rete di strutture dedicate ai minori, una procedura uniforme per accertare l’età dei giovani migranti in arrivo, la velocizzazione della nomina del tutore per ogni minore solo, il rafforzamento delle misure anti-tratta, la promozione dell’affido familiare.

Su quest’ultimo punto in particolare Ai.Bi. insiste da anni. Con il suo progetto Bambini in Alto Mare, infatti, Ai.Bi. punta a garantire una giusta accoglienza ai minori stranieri non accompagnati e alle giovani donne migranti con bambini. Giusta accoglienza che fa rima con famiglia: l’unico contesto in cui i migranti più fragili possano trovare davvero protezione e porre le basi per un futuro di vera integrazione. Più di 2mila famiglie in tutta Italia hanno già dato disponibilità all’affido familiare. I progetti già avviati, in Sicilia e a Lampedusa, si sono rivelati un successo. La speranza è che le istituzioni si impegnino per promuovere direttamente questa unica forma di vera e giusta accoglienza: senza una legge apposita, infatti, l’affido familiare dei minori stranieri non accompagnati non è possibile e non può diventare una forma di accoglienza radicata e capillare. A discapito delle migliaia di famiglie che si sono dichiarate disponibili e soprattutto delle decine di migliaia di giovani migranti che, senza una famiglia che si prenda cura di loro, rischiano di finire nella rete dell’illegalità. A facilitare l’affido familiare dei minori migranti soli condorrebbe anche la proposta di legge presentata dall’onorevole Sandra Zampa. La quale, però, come detto, giace  in un cassetto da più di due anni.

 

Fonte: Help consumatori