Nepal. I bambini prendono carta e penna e scrivono ai loro ‘compagni’ di Kathmandu: “Non abbiate paura del futuro”

letteraMi fa star male che i bambini muoiano di freddo…vado in chiesa e prego per loro…che non succeda più…”, “Vorrei raccogliere dei soldi per prendere le coperte per le famiglie del Nepal” o ancora “Le famiglie hanno bisogno di vivere bene…bisogno di stare insieme e dormire al caldo”, “I bambini hanno bisogno di vivere la loro vita con orgoglio…Non dovete avere paura della vita che verrà in futuro”.

Questi sono alcuni dei pensieri che i bambini di una scuola romana, Istituto Comprensivo “Via Aretusa”  hanno messo nero su bianco in alcune letterine scritte a mano, di loro pugno in classe e che hanno inviato ad Ai.Bi., Amici dei Bambini affinché vengano recapitate ai bambini di Kathmandu.

Quegli stessi bambini che quotidianamente i nostri cooperanti in Nepal aiutano con la distribuzione di tende, kit igienici, acqua, medicinali: ma anche giocando con loro in spazi sicuri e protetti. Senso di sicurezza, protezione e vicinanza che anche i bambini italiani vogliono dimostrare in maniera diretta: a loro modo. Scrivendo ai loro “compagnetti” lontani per fare sapere loro che “non sono soli”. 

Insomma nell’era di internet e dei social network, i bambini riscoprono l’innocenza e il “romanticismo” della “tradizionale” carta e penna per fare volare alto sentimenti ed emozioni genuine per i loro coetanei. Riflessioni spontanee frutto di confronti con le insegnanti in classe che hanno spiegato loro il terribile dramma che famiglie e bambini loro coetanei stanno vivendo a causa dei terremoti del 25 aprile e del 12 maggio scorsi.

La solidarietà annulla così le distanze. I 6.635 chilometri che separano Roma da Kathmandu diventano niente grazie al cuore di questi bambini che non solo hanno sentito l’esigenza di scrivere dei pensierini ai tanti sfortunati nepalesi, ma con i loro genitori sono diventati donatori speciali nell’ambito dell’iniziativa di raccolta fondi lanciata da Amici dei Bambini per la popolazione nepalese e in particolare per sostenere l’accoglienza interfamiliare.

L’idea di aderire al progetto di Ai.Bi. per un intervento immediato a favore delle famiglie del Paese asiatico è venuta alla professoressa Leonarda Ciotto, pedagogista dell’istituto romano. Da sempre impegnata nel mondo del volontariato e attiva nella raccolta fondi per le varie emergenze del mondo, la docente ha pensato di sensibilizzare il consiglio d’istituto e i genitori degli alunni alla terribile situazione umanitaria che vede migliaia di nepalesi senza casa, cibo, acqua, medicinali e, in generale, beni di prima necessità. L’Istituto Comprensivo di “Via Aretusa” è composto di 3 plessi: scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, tutti coinvolti attivamente nella raccolta fondi a favore della popolazione terremotata. E la generosità non è mancata affatto.

Ecco quindi il vero potere educativo della scuola. Una generazione abituata ad assistere spesso a scene di violenza in televisione o nel proprio contesto sociale può essere sensibilizzata solo da messaggi di altrettanta forza. E la tragedia del Nepal è uno di questi. Grazie anche al contributo dei piccoli studenti e delle famiglie dell’istituto romano, Ai.Bi. continua a portare avanti la raccolta fondi per l’emergenza terremoto in Nepal. In particolare, è possibile attivare un Sostegno a Distanza per aiutare le famiglie nepalesi disposte ad accogliere in casa propria le altre famiglie che hanno perso la casa e per garantire assistenza abitativa, sanitaria, alimentare ed educativa alle mamme e ai bambini rimasti senza casa. Per effettuare una donazione è possibile chiamare il numero verde 800.224455 oppure visitare la pagina dedicata.