Nepal: stiamo aspettando invano?

Anna scrive:
Quindi, cosa ha deciso il nostro Ministro rispetto all’introduzione dei dossier in Nepal? Io non l’ho capito!
E
ravamo in attesa e, se non ho capito male, saremo ancora in attesa senza alcuna certezza né di tempi né di altro. È così?

responsabile area asiaCara Anna,

la situazione in Nepal è ben nota. La tua lettera, come le lettere di altri commentatori apparse sul nostro sito, non possono che riflettere la nostra stessa preoccupazione in quanto ente autorizzato per le adozioni internazionali. Nonostante la perdurante sospensione delle procedure iniziata pochi anni orsono, gli enti autorizzati non hanno però smesso di presentare sollecitazioni alle autorità in direzione di una loro effettiva riapertura.

In particolare poi il lavoro di Ai.Bi. nella municipalità di Jadibuti, città di Kathmandu, una delle periferie dimenticate del Nepal, non è mai venuto meno ed è stato diretto alla prevenzione dell’abbandono e della mortalità infantile, come alla promozione dell’accesso all’istruzione.

In base alla nostra presenza sul territorio e al nostro colloquio con le autorità competenti, la sospensione dell’invio dei dossier non nasconde infatti una nebbia operativa, bensì è da attribuire a un ingente lavoro di riforma da parte del Governo nepalese sul proprio sistema di adozione internazionale e, prima ancora, del sistema interno di protezione minorile. È bene notare che, se grandi sono stati gli sforzi degli enti e il dispendio di risorse, altrettanto grandi sono gli sforzi da parte del Paese per ritornare a far adottare all’estero i suoi bambini abbandonati.

Buone notizie in questo senso vengono dalla CAI, Commissione per le adozioni internazionali, che, facendo seguito alle richieste degli enti autorizzati, ha accettato di riprendere in mano la questione Nepal e di accompagnare lo sforzo di riapertura. È di questi giorni l’invio di una documentazione alla Commissione da parte degli enti italiani autorizzati, con la quale proponiamo una modalità di riapertura che sia in linea con le esigenze dei minori e con un periodo di transizione come quello corrente, che procede verso l’instaurarsi di un nuovo sistema di adozioni nel Paese. La volontà è quindi quella di riprendere le attività, facendo passi ponderati.

Alberto Pazzi, responsabile area Asia di AiBi Associazione Amici dei Bambini