Non abbiate dubbi: adottate! Parola di un figlio adottivo

Valdimir è stato adottato dalla Federazione Russa quando aveva 9 anni. In Russia ha lasciato amici e un pezzo della sua vita. In Italia ha trovato una famiglia, nuovi amici e un obiettivo per il suo futuro: “Regalare a un bambino le stesse possibilità che i miei genitori hanno dato a me”

“Alle coppie che sono in dubbio direi: fatelo, adottate. E non pensate solo ai piccoli, ma ai bambini tra i 6 e i 10 anni: per loro la famiglia è qualcosa che cambia davvero la vita, è esattamente quello che serve. Se guardo i miei genitori, anche dalle foto di oggi rispetto al passato… si vede che sono diventate persone più complete, dopo il mio arrivo. Anche se li faccio incavolare spesso perché rompo sempre l’apparecchio per i denti, mi pare che l’adozione abbia fatto bene non solo a me, anche a loro!”.
Non ha dubbi Vladimir nel rispondere alla domanda, ripercorrendo la sua storia, quella che lo ha portato, oggi, a essere un ragazzo di 16 anni che frequenta il secondo anno del liceo scientifico a Roma.
Come va la scuola?
“Eh, un po’ dura” – dice. Ma resiste. Gioca a basket, ha molti amici, guarda serie tv e ascolta ogni genere di musica, dal rock internazionale al rap di Emis Killa. Da grande si vede medico chirurgo: “Guardo tutti i documentari che trovo: mi piace proprio l’idea di entrare in sala operatoria”.

Dalla Russia all’Italia

Vladimir è arrivato in Italia nell’estate del 2015: aveva 9 anni e mezzo, essendo nato a dicembre, e i genitori Emanuela e Enzo andarono a prenderlo a Volgograd, Federazione Russa. I tre viaggi previsti dalla procedura non hanno preoccupato la coppia e, a quanto ricordano, nemmeno Vladimir.
“Per noi è stata decisamente meglio questa soluzione rispetto al fermarci per lungo tempo in un paese straniero” dice Enzo e anche Emanuela concorda. I timori dello strappo affettivo, nel vedere questa coppia di estranei andare e venire, sono svaniti con Vladimir: “Si è reso effettivamente conto che una famiglia era pronta per lui solo alla fine del secondo viaggio – aggiunge Emanuela – Ma ormai mancava poco al ritorno di mamma e papà: gli abbiamo parlato con chiarezza e lui era già grande e consapevole di come il suo futuro sarebbe cambiato, in meglio e in breve tempo”. Rispetto agli anni in istituto, un’attesa di poche settimane era nulla a confronto.
La storia di Vladimir è analoga a quella di molti bambini e ragazzini in Federazione Russa: qualche tempo in casa famiglia e poi lunghi anni in Istituto, dove crescere, andare a scuola, fare amicizie, alcune delle quali durano ancora oggi.
I ricordi riportano Vladimir a quegli anni, prima dell’incontro con Enzo e Emanuela che oggi, tra l’altro, sono diventati volontari della sede Ai.Bi. di Roma, soprattutto per il sostegno alle aspiranti coppie adottive.
“L’istituto era abbastanza grande. A scuola c’erano 6 o 7 classi da una ventina di studenti ciascuna – ricorda Vladimir – ; non c’erano molte attività, poi nel tempo si iniziò a giocare a calcio e ping pong. Le uscite erano previste durante le vacanze estive : ricordo un’estate sul Mar Nero e una in campeggio”.

“Vorrei regalare a un bambino le stesse possibilità che i miei genitori han dato a me”

Gli amici, quelli li ricorda, eccome: “Se non fosse stato per la pandemia Covid saremmo già andati a ritrovarne alcuni, che sono ancora in istituto. Altri due, invece, sono arrivati in Italia nel frattempo: vivono a Modena e Parma, ci sentiamo spesso e abbiamo progettato di tornare in Federazione Russa, prima o poi”.
Vladimir, ragazzo altissimo che stritola di abbracci la mamma, racconta poi degli amici di oggi a Roma, di quelli con cui si confida, del compagno di classe con una storia di abbandono alle spalle ma poi accolto da una famiglia: “Inizialmente mi vergognavo un pochino a raccontare la mia storia – ammette. Adesso vado tranquillo e ne parlo senza problemi. Chi non mi conosce mi chiede spesso a che età sono stato adottato, com’era vivere in istituto, insomma , normali curiosità”.
L’adozione resta per Vladimir un’esperienza unica, tale da segnare non solo il passato ma da formare l’idea del suo domani: “Nel mio futuro vedo la famiglia e due figli, uno biologico e uno adottivo – conclude : “Vorrei regalare a un bambino le stesse possibilità che i miei genitori hanno dato a me”.

Adozione. L’importanza della formazione

Diventare genitori adottivi è un percorso meraviglioso ed allo stesso tempo impegnativo. Per questo è davvero importante giungere all’incontro con il proprio figlio preparati.
Proprio a tale scopo, Ai.Bi. organizza ogni settimana corsi informativi di gruppo per chi desideri avvicinarsi per la prima volta al mondo dell’adozione internazionale ed appuntamenti dedicati alla formazione delle coppie che hanno già deciso di intraprendere questo percorso QUI
Visitando inoltre il sito di FARIS – Family Relationship International School, la scuola di formazione della Fondazione Ai.Bi. potrete trovare numerosi corsi, fruibili on line, dedicati all’adozione, all’affido ed alla famiglia QUI