Ogni giorno senza famiglia è un giorno rubato a un bambino: così ho deciso, da single, di adottare Alesia

L’attrice Sarah Maestri racconta la sua esperienza di mamma affidataria e, poi, adottiva di Alesia. Una storia da cui è scaturito un impegno in favore dei bambini e dell’adozione

Sarah Maestri è un’attrice che, giovanissima, ha visto arrivare il successo grazie al film “Notte prima degli esami”. Da lì la sua carriera è proseguita tra cinema, TV, radio e teatro. Ma a tutto questo, la Maestri ha associato, da sempre, una grande attività in favore dei bambini e nel volontariato, scrivendo (in tutti i sensi, sia nella vita reale, sia nella sua tesi di laurea in Scienze della Comunicazione) anche una bellissima storia con Alesia, la bambina avuta in affido e per la quale ha lottato per ottenere l’adozione.

Sarah Maestri: dalla disponibilità per “pochi giorni” di affido, a diventare mamma adottiva

La vicenda è ben riassunta in un lungo articolo di Donna Moderna, che racconta come tutto sia iniziato con la richiesta di un amico di ospitare per qualche giorno una bimba bielorussa, parte di un gruppo di minori che veniva a trascorrere le vacanze in Italia per purificarsi dalle radiazioni della centrale nucleare di Chernobyl. “Avevo 30 anni – racconta Sarah a Donna Moderna – ero nel pieno della carriera e mi godevo quel sogno. E poi l’idea della maternità mi ha sempre terrorizzato, anche se sin da ragazza sono stata impegnata nel sociale, con i bambini. Avevo da poco ritrovato la fede ed ero a Medjugorie in pellegrinaggio, quando mi chiama questo amico”. Alesia, questo il nome della bambina, era rimasta senza famiglia accogliente, così Sarah decide di tenerla per i giorni richiesti.
Solo che i “pochi giorni” diventano tre mesi e, al momento della separazione, Sarah capisce che tra lei e Alesia è nato un legame forte.

Così, l’attrice decide di entrare nel programma dei “viaggi terapeutici” per “poterla vedere almeno 120 giorni all’anno, farla tornare nella sua cameretta con le sue Barbie. Già desideravo diventare sua madre, ma la mia testa mi diceva che Alesia meritava di più, magari una famiglia nel suo Paese. È stata lei a scegliere me, a chiedermi di essere adottata, anche se credevamo non fosse possibile”.
Invece, in Italia, per alcuni casi particolari l’adozione è possibile anche per i single. Sarah decide di fare richiesta, espletare tutte le pratiche e ottenere il decreto di idoneità.

Una nuova famiglia

Il documento arriva, ma un problema nato con un ente che gestiva le adozioni complica tutto. Passa ancora del tempo e Sarah, nel 2016, decide di stabilirsi per alcuni mesi nell’orfanatrofio in cui vive Alesia. Lì tiene dei corsi di recitazione per i bambini e gira il documentario “Il mondo fuori da qua”: “Solo quando senti dire da una di loro – racconta Sarah – che l’orfanotrofio è molto bello perché c’è sempre da mangiare, ti rendi conto in quale realtà vivono”.
Poi, finalmente, la situazione si sblocca e Alesia può venire in Italia e formare con Sarah una nuova famiglia

So per certo che quando tuo figlio adottivo entra a casa comincia la parte più dura: l’inserimento, l’accettazione della nuova realtà, le vecchie ferite da sanare. Quando è arrivata a Milano per restare, Alesia era una ragazzina di quasi 15 anni non scolarizzata, partiva da zero. Ha dovuto imparare un italiano nuovo, costruirsi delle relazioni. Se cresci in un orfanotrofio dove non c’è niente non ti poni il problema di fare amicizia, stai con gli altri e basta. Ma qui il cortile non c’è e la vita dei ragazzi è incasellata in mille attività. Per lei è stato spiazzante, poi la pandemia ha complicato tutto”. Ma Sarah e Alesia non hanno mai mollato un colpo e ora, per fortuna “Le cose vanno benone, ma c’è da fare, e non bisogna avere paura di chiedere aiuto”. Anche perché, Sarah lo ripete da sempre “Ogni giorno senza famiglia è un giorno rubato a un bambino”.