ONU, conflitti e diritti umani: dibattito all’Assemblea generale

Si apre oggi al Palazzo di Vetro di New York una sessione plenaria dell’Assemblea Generale dell’Onu dedicata alle vittime di violenze e conflitti e alle responsabilità formalmente assunte ma non ancora veramente concretizzate da parte dei paesi dell’Onu, di quelli del Nord del mondo in particolare.
Nel 2005, ha ricordato il Segretario Generale Ban Ki-moon, i paesi membri dell’Onu si impegnarono ad assumere “la responsabilità di proteggere” quale prerogativa della comunità internazionale per evitare genocidi, altri crimini di guerra o violazioni dei diritti umani.
“Questo impegno universale e irrevocabile – ha aggiunto Ban Ki-moon, presentando il suo rapporto ‘Implementing the responsibility to protect’ – è stato assunto al massimo livello… e la nostra comune sfida deve essere quella di passare dalle parole ai fatti”.
Il Segretario Generale ha sottolineato che ciascuna nazione ha “la responsabilità di proteggere la sua popolazione” ma ha anche ribadito il concetto che deve essere la comunità internazionale, e quindi ogni suo singolo membro, a fornire assistenza, accoglienza e aiuto nel caso in cui questa dovesse venir meno. Il dibattito in programma oggi al Palazzo di Vetro riguarderà proprio le misure da adottare nel caso di crisi che abbiano pesanti conseguenze sulla popolazione civile e sul suo diritto alla sopravvivenza. Con un obiettivo: identificare una strategia globale e multilaterale per proteggere le popolazioni da qualunque affronto alla dignità umana. Senza dimenticare i milioni di civili costretti ogni anno ad abbandonare i propri luoghi di origine in fuga da guerre e povertà estrema che a volte, provano anche a raggiungere le coste mediterranee dell’Europa dopo pericolose marce attraverso il deserto e altrettanto pericolose traversate del braccio di mare che divide Nord e Sud del mondo.
(fonte: Misna)