Da un orfanotrofio in Etiopia all’oro europeo. L’incredibile corsa di Yeman Crippa, adottato insieme a 8 fratelli

Yeman Crippa ha vinto la medaglia d’oro nei 10mila metri ai campionati europei di Atletica. Ma la sua corsa parte da molto più lontano e passa per la generosità e l’accoglienza di una mamma e un papà che hanno deciso di adottare 8 fratelli e cugini altrimenti senza futuro

A volte, 10 mila metri sono molto più lunghi di 10 chilometri! Molto più lunghi dei 27 minuti, 46 secondi e 13 centesimi necessari per vincere una medaglia d’oro all’Olympic Stadium di Monaco di Baviera nei Campionati Europei di atletica leggera.
A volte, quei 10 mila metri sono solo lo sprint finale, da incorniciare, di una corsa lunghissima, iniziata con una salita ripida sotto il dell’Etiopia.

Dall’orfanotrofio all’adozione di 8 fratelli e cugini

Già, perché Yeman Crippa ha vissuto la sua infanzia in un orfanotrofio di Addis Abeba, in Etiopia, insieme a 5 fratelli e 3 cugini. Per l’esattezza, l’inizio della vita di Yeman non è stato così tragico: la sua famiglia era povera, ma viveva dignitosamente sull’altipiano di Dessiè, nel nord-est del Paese. La guerra tra Etiopia ed Eritrea, però, distrugge tutto: nell’arco di poco tempo entrambi i genitori muoiono e Yemaneberhan (in aramaico il nome significa “il braccio destro di Dio”) finisce in orfanotrofio con tre sorelle, due fratelli e tre cugini.
Lì, però, nel 2003, arrivano i coniugi Roberto e Luisa Crippa: erano partiti dall’Italia per adottare tre fratelli rimasti orfani. Ma, una volta arrivati, scoprono che i fratelli sono 5, oltre a 3 cugini. Raccontava Yeman a Eurosport nel 2020: “L’orfanotrofio non era un bel posto dove vivere. Tutti i bambini non vedevano l’ora che degli uomini bianchi venissero a prenderli e portarli via. In un luogo più bello, con delle prospettive. Nessuno, tra noi cugini, parlava della possibilità che ci dividessero. Entrambe le cose non ci piacevano: né restare lì, né l’idea di finire in famiglie diverse. Quando sei costretto a scegliere tra due veleni è meglio non scegliere per niente, tanto saranno gli altri a farlo per te. Sai per certo che qualcosa ti farà stare male, ma almeno ti risparmi il senso di colpa”.
I coniugi Crippa lo capiscono e, così, decidono per un gesto che a tutti appare folle: adottarli tutti.
Non subito, naturalmente. Prima tornarono in Italia con i tre fratelli per i quali erano arrivati, ma –ha raccontato sempre Yeman: “Negli anni a seguire Roberto e Luisa sono tornati in Etiopia, ancora e ancora, fino a che non siamo stati riuniti tutti, sotto il tetto della loro casa. Un cuore così grande è difficile da trovare altrove. Roberto e Luisa avrebbero potuto darci tutto e invece hanno preferito insegnarci tutto. C’è una bella differenza!”
La famiglia si stabilisce in Trentino, vicino a Tione. Ma la storia è talmente incredibile che arriva fino al Quirinale, dove i Crippa vengono invitati da Mattarella per essere insigniti del titolo di ufficiali della Repubblica.

“Ho dato uno e ricevuto un milione”

Toccanti le parole che all’epoca Roberto Crippa rilasciò in un’intervista alla Rai, prima di ricevere l’onorificenza: “Rifarei (questa scelta n.d.r.) 100 volte. Ho dato uno e ho ricevuto un milione. Tanti mi domandano come mai avete avuto così tanti figli e così in fretta. La risposta è che il 98-99% delle coppie vogliono un figlio in età prescolare. Dunque quando un bambino ha 7-8 anni è condannato. E questo non è giusto“.
Come per tutte le famiglie, anche una volta riuniti tutti in Italia, la “corsa” di Yeman ha avuto i suoi alti e bassi, è passata dalla separazione dei suoi genitori e dalla morte di una cugina, tanto che il giorno prima della finale dell’Europeo, mamma Luisa ha scritto sulla pagina Facebook de I Sentinelli: “Sono la mamma di Yeman ma anche di Neka, Kalamu, Gadissa, Mekdes, Elsa, Asnakec, Mulu, e Uonishet, volevo solo precisare che i miei figli erano nove, Uonishet purtroppo non c’è più. Otto li abbiamo adottati nell’orfanotrofio di Addis Abeba. Non sono a Monaco perché devo lavorare… Grazie, Luisa”.
Altri ostacoli lungo una corsa bellissima e difficile, che per Yeman (come per il fratello Nekagenet), dopo la scuola alberghiera e i primi anni di calcio, vira verso l’atletica, continuando ad andare avanti, sempre più veloce, fino agli ultimi 10 mila metri che sono valsi una medaglia d’oro! Partita da molto più lontano.

Foto pagina Facebook Federazione Italiana di Atletica Leggera