Pan di Zucchero di Bolzano. Riparare la ceramica e le vite con il corso di Kintsugi per i minori stranieri non accompagnati

Attraverso il corso di Kintsugi, Ai.Bi., grazie ai sostenitori del progetto “Pan di Zucchero”, può aiutare i bambini ospiti della Casa Rossa di Bolzano ad affrontare le proprie difficoltà e a riscoprire il valore delle loro esperienze

A Bolzano, presso la Casa Rossa, comunità per minori stranieri non accompagnati (MSNA), si svolge il corso di Kintsugi, l’antica arte giapponese che consiste nel riparare gli oggetti di ceramica rotti con una lacca mescolata a polvere d’oro.
Questa pratica valorizza le crepe e le imperfezioni, considerandole parte della storia e della bellezza dell’oggetto, anziché nasconderle o scartarle.

8 MSNA per un corso di Kintsugi

Sono 8 i ragazzi, tutti minori, provenienti da diversi Paesi del mondo, che partecipano con entusiasmo e curiosità a questo laboratorio.
Alì, un ragazzo che proviene dal Centro Africa, prende delicatamente in mano l’oggetto di ceramica da ricostruire e racconta di non aver mai fatto una cosa del genere. Nel suo Paese, quando una cosa è rotta si butta, non si aggiusta. Questo fa riflettere il gruppo sull’importanza del riciclo e di come ognuno di noi è responsabile del futuro del nostro pianeta.
Più difficile diventa approfondire il tema della resilienza, ovvero la capacità di affrontare le difficoltà e di trasformarle in opportunità di crescita. Ognuno dei ragazzi ha una storia personale fatta di sofferenza, di abbandono, di violenza, di speranza. Ognuno ha lasciato la propria famiglia e la propria terra per cercare un futuro migliore per sé e per i propri cari. Ognuno ha affrontato un viaggio pieno di pericoli e di incertezze. Gli occhi di qualcuno si inumidiscono, ma vige la regola di molte tradizioni che un uomo non deve piangere.

Laboratori per aiutare i minori a parlare di sé

Numerosi studi dimostrano come i MSNA siano particolarmente vulnerabili a causa di determinati fattori individuali, della ripetuta esposizione alla violenza e a eventi traumatici precedenti la migrazione e contestuali a essa, spesso associati a sintomi di disagio psicologico. Aiutare questi ragazzi, attraverso i laboratori di Ai.Bi., a parlare di sé in un contesto di gruppo è una buona strada per favorire la loro integrazione sociale e culturale, ma anche per rafforzare la loro autostima e la loro fiducia nel futuro.

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