Il commercio delle adozioni. La Copertina “scandalo” di Panorama scatena reazioni di famiglie, enti e associazioni

Polemica sull’inchiesta di Panorama sui pagamenti in contanti nelle adozioni. Sui social reazioni a catena di genitori adottivi, enti e associazioni familiari.

Da una parte c’è chi fa un’alzata di scudi contro una copertina che getta ombre su tutto il mondo dell’adozione e, dall’altra, chi, bypassando la copertina, riapre il dibattito su una vergognosa piaga dell’adozione internazionale, esigendo trasparenza e tracciabilità dei pagamenti.

Selini, papà adottivo “La Copertina è un pugno nello stomaco? Sì, concordo. Poi leggo il trafiletto sotto i piedini del bimbo … nulla di urticante se non la realtà delle cose”

L’inchiesta di Antonio RossittoIl business delle adozioni” scatena le reazioni di famiglie, enti e associazioni familiari su un tema aperto e non ancora risolto: i pagamenti  in contanti.

Famiglie adottive e associazioni familiari denunciano la prassi di “alcuni” enti autorizzati di chiedere alle coppie di portare moneta in contante all’estero, contrariamente a quanto stabilito dalle linee guida della CAI sulla tracciabilità e trasparenza dei pagamenti per le procedure adottive.

Netta la reazione di Fabio Selini, genitore adottivo, che intervistato dall’inviato di Panorama in un post su facebook scrive “Come sapete sono sempre molto rispettoso delle opinioni altrui quanto convinto delle mie. Tutto mi si può accusare, non di certo di essere incoerente quando parlo di Adozioni. Forse fino alla noia e alla psicosi. Spero di aver evidenziato il mio profilo in più occasioni anche a costo di non “farmi amico” qualche pesce grosso. Chissenefrega dei pesci grossi!? Quindi con estrema onestà dico la mia sull’ennesimo articolo/inchiesta che racconta il mondo Adottivo.

La Copertina è un pugno nello stomaco

“E allora senza ulteriori preamboli, ecco come la penso. La Copertina è un pugno nello stomaco? Sì, concordo. Può far male? Sì. Disturba? Altrettanto possibile. Un bambino con il prezzo è una forzatura? Sì, punto. Sì tanto. Giusta, sbagliata? Probabilmente sbagliata. “Il commercio delle Adozioni” è titolo faticoso da digerire? Concordo. Forse (anzi di certo) parziale.
Poi leggo il trafiletto sotto i piedini del bimbo “Costi proibitivi, attese infinite …”. Qui non ci trovo nulla di urticante se non la realtà delle cose che è più malevola di una fotografia. Apro il giornale e leggo. Cerco di estrapolare i concetti fondamentali. Mi addentro.

L’inchiesta di Rossitto “Il business delle adozioni

Si citano cifre economiche altissime per adottare un figlio. E’ falso? Non mi pare. Del resto è una lamentela condivisa che adottare sia diventato un salasso famigliare.
In dieci anni le Adozioni Internazionali sono calate in modo allucinante. Vero! Dati alla mano c’è poco da discutere. Magari ci sarebbe da pensare a quanti figli non sono divenuti mai tali a causa di questo calo. Le cause? Il mio punto di visto l’ho già espresso mille volte e discosta dalle argomentazioni istituzionali. Avanti.

La CAI: verifiche e controlli

La CAI è l’organo competente di controllo? Sì! Ci sono stati un po’ di casini negli ultimi anni derivati da tilt istituzionali? Mi pare di sì.
Gli Enti pubblicano i costi degli iter sui loro siti? Sì, anzi credo siano obbligati dalla CAI. Ecco! Non ci trovo nulla di “merceologico” in questo (così asserisce l’articolo), quanto, invece, una garanzia di trasparenza.Si parla poi di famiglie che si sono rivolte alle banche per accendere mutui per sopportare le spese. Vero? Sì! Per quanto mi riguarda ho dilapidato il mio TFR.

Ferritti: il sistema va completamente rivisto

Interviene Monya Ferriti (Presidente CARE e membro CAI) che lamenta costi sempre più alti “… una cosa da ricchi” e fatiche economiche delle famiglie aspiranti. Afferma che addirittura “…il sistema va completamente rivisto”. Come molti sanno (e anche Monya sa), spesso non trovo punti di contatto con le sue posizioni eppure qui è difficile darle torto.

Soldi nelle mutande e nei calzini

Luca Chiaramella di Polaris “la tocca piano” e parla di sfiducia nelle famiglie e “soldi nelle mutane e calzini”.Dice il falso? Io soldi nelle mutande non li ho mai portati, ma alzi la mano chi non ha sentito da amici Ado storie simili? Suvvia! Il gioco delle tre scimmiette non vale.

Griffini: trasparenza e tracciabilità dei pagamenti

Subito dopo arriva la testimonianza di Griffini (un Santo per alcuni e Belfagor per altri … par condicio). Parla di bilanci certificati, della necessità di società indipendenti di revisione e aggiunge “… qualcuno si comporta in modo poco trasparente”. Come la mettiamo? Qui ci sono i fan e i detrattori e forse, diventa difficile (per alcuni) essere lucidi. Andiamo oltre, va.

Storie di bambini e famiglie

Nella pagina successiva l’orrore: storie di bambini e di famiglie. Carne viva. Storie di disabilità, dolore, viaggi per far nascere un sogno che diventano un incubo.
Sono storie false? Anche qui, esercizio di onestà intellettuale. Alzi la mano chi non ha percorso simili strade o sentite raccontate da altri genitori Ado distrutti. Io sì … e non solo una volta, dannazione!

Caso Kirghizistan e condanna CAI a risarcimento

Poi c’è il “momento Kirghizistan” che riempie sempre un pezzetto degli articoli sulle crisi adottive; difficile liberarsene visto che tutto è ancora in itinere.
La mia testimonianza è di poche righe e non racconta nulla di nuovo se non il fatto che sono ancora vivo e la penso sempre allo stesso modo.
Successivamente ecco il richiamo alla condanna civile (in primo grado) di CAI che ha dovuto risarcire una coppia “kirghisa” per una somma di 193mila euro proprio per “omessa vigilanza”. E’ falso? No no. Tutto vero e documentato.

Disinteresse politico e irregolarità recenti gestioni CAI

L’ultima pagina è dedicata alle presunte responsabilità politiche, la parte forse meno interessante da un punto di vista umano e emotivo. Però c’è anche questa, piaccia o meno.
E’ vero che ci sono state Interrogazioni Parlamentari per chiedere conto delle recenti gestioni CAI? Oh yesss! E’ vero che la “nuova ” CAI appena s’è insediata ha emanato un Comunicato che parlava di “… innumerevoli irregolarità” da parte della precedente gestione? Assolutamente sì, sì e ancora sì. Gli scettici trovino il tempo di scovare quel Comunicato sul sito CAI … e poi rabbrividiscano. E infine, è vero che ci sono voluti anni per ottenere i Rimborsi? E che la richiesta per gli stessi è stata fatta solo l’estate scorsa per le Adozioni dal 2012 al 2017? Sì, dannazione! L’articolo è terminato. Ditemi se ho scritto (io!) qualcosa di nocivo, falso, inesatto.

Io non ho comprato i miei figli

Al termine della lettura e dopo che alcuni amici (amici davvero!) mi hanno stimolato questa riflessione sull’articolo di Panorama, voglio concludere dicendo la mia.
Ecco qua. Le somme per l’iter Adottivo sono altissime. Il motivo per il quale lo siano può essere valido o meno, ma non ho gli strumenti per accertarlo. Di certo a me interessa che ogni spesa si chiara, specchiata e certificata. Non spettano a me i controlli su dove vanno i soldi, io ho sempre fatto il papà e versato ciò che mi è stato chiesto con la buona fede e ricevendo a volte carezze e altri schiaffi. Ma la mia faccia è sempre intatta e vado a testa alta come tantissimi genitori Ado. Io non ho “comprato” i miei figli!!!

Perchè i genitori Ado NON comprano i figli e non devono sentirsi turbati da articoli che raccontano di zone buie. Quelle “zone buie” non li appartengono!
Ai miei figli dico che arrivare a loro è costato (anche) fatica economica, che non li ho “comprati”. Occhi negli occhi, da padre a figlio. Con l’autorevolezza dell’onestà che emana ogni genitore Adottivo. Con la gioia e la gratitudine di averli incontrati.
Si preoccupino dei traffici coloro (spero pochi o meglio nessuno) che hanno ceduto, non i tantissimi onesti.
Ci si turbi non di essere accostati a “compratori di bambini”, ma del fatto che qualcuno ne ha fatto mercinomio. E in questo caso so bene di cosa parlo!
Vivo da anni in una condizione di “privilegio e disagio”. Sono fortunato e sfortunato quando si tratta di “tratta di bambini”; sono stato costretto ad affrontare il tema con mia figlia da anni visto quello che abbiamo vissuto in Kirghizistan. Daria che qualche tempo fa, dopo aver maturato e macerato dentro di se quella domanda, mi ha chiesto se la sua fosse stata un’Adozione onesta. Sì, è stata un’Adozione onesta, nessuno l’ha comprata, usata, sfruttata! Questo le ho detto con la forza che mi viene dall’onestà, la stessa che hanno tanti altri genitori Ado. Comprendo davvero tanto la necessità di proteggere i nostri figli spesso fragili, però a me non è stato consentito. Forse non faccio media. Daria ha sperimentato la schifezza Adottiva sulla sua pelle e Otavio dovrà fare i conti con questa storia, prima o poi.

Li proteggo io i miei figli (figli fragili come tanti), parlando, spiegando e difendendoli non tanto dagli articoli dei giornali (che possono ferire, comprendo), ma dalle storture che gli stanno accanto e che spesso hanno complicato le loro vite .. si conclude così il lungo post di un papà adottivo.