Per terra, su materassi sporchi e senza coperte: così vivono i bambini nel Centro di Primo Soccorso a Lampedusa

materassi sporchiCostretti a dormire su materassi sporchi, senza lenzuola né coperte, nel freddo della notte, senza il rispetto delle più elementari norme igieniche. Ospitati per terra, come animali. E’ la condizione di oltre 200 bambini (e 600 adulti), denunciata dagli operatori di Terre des Hommes. Vivono in questo modo disumano nel Centro di Primo Soccorso di Lampedusa: uno spazio che può ospitare fino a 250 persone e oggi ne accoglie 800, fra cui anche dei neonati.

Ai.Bi., Amici dei Bambini, dall’inizio della sua campagna “Bambini in alto mare” ha raggiunto quasi quota 500 famiglie disponibili ad accogliere questi minori nella propria casa o a mettere a disposizione una stanza per ospitare un nucleo mamma-bambino.

Perché non è ancora possibile trasferirli immediatamente e toglierli da questo stato vergognoso, offrendo loro un’accoglienza degna di questo nome?

L’accordo fra il Comune di Lampedusa e Ai.Bi. è un primo passo importante ed già in vigore (la delibera è del 24 ottobre 2013).

Grazie alla collaborazione fra l’amministrazione comunale dell’isola e Amici dei Bambini, si vuole offrire ai minori non accompagnati, sotto i 14 anni, un’accoglienza alternativa, degna di questo nome, all’interno di una famiglia affidataria.

La rete delle famiglie parte da Lampedusa, poi si estenderà alla Sicilia e infine a tutte le altre regioni, dove alta è la disponibilità e la voglia di aiutare.

Ma occorre fare di più e fare in fretta. Non c’è più tempo per aspettare fondi europei o stanziamenti straordinari da parte dello Stato.

Nessuno può stare a guardare. Per questo Ai.Bi. lancia la campagna “Non restare a guardare” per promuovere il Sostegno Senza Distanza destinato all’emergenza “Bambini in alto mare”

Bastano 85 centesimi al giorno, il costo di un solo caffè.

Con un caffè, si possono fare cose straordinarie!

Grazie ai 25 euro al mese dei Sostegni Senza Distanza Ai.Bi. sta realizzando: case di prima accoglienza in famiglia (per massimo 10 minori non accompagnati); piccole comunità di prima accoglienza per mamme sole e per gestanti; una rete di famiglie affidatarie. Stiamo recuperando in Sicilia strutture di accoglienza a misura familiare, dotate di ogni confort, che sono state chiuse solo per mancanza di fondi.

Non solo: la campagna ‘Non restare a guardare’ riesce ad offrire a ciascuno di questi bambini sostegno psicologico, accompagnamento sociale, intermediazione culturale, trattamenti medico-sanitari e attività ludico e ricreative. Perché nessun bambino e nessuna donna incinta o mamma con il suo neonato siano mai più costretti, in un Paese civile come l’Italia, a vivere per terra, in mezzo allo sporco e al freddo.