Percentuali di successo a confronto: l’adozione internazionale batte la procreazione assistita 70 a 24, ma il governo Renzi la retrocede in serie B

renzi350Quanto costa un figlio in procreazione assistita? Chi ha sentito parlare di costi che oscillano tra i 4 e 10mila euro forse non ha ricevuto informazioni complete. Perché le probabilità di successo di queste pratiche, secondo Bruno Engl, primario di ginecologia e responsabile del Centro di riproduzione umana e crioconservazione gameti di Brunico, “variano tra il 24% della media italiana e il picco del 27% che si registra in Alto Adige”. E proprio a motivo della scarsa frequenza con la quale si resta incinta e si riesce a portare a termine la gravidanza, bisogna mettere in conto di ripetere 4 o più volte il trattamento, con costi che si moltiplicano per lo Stato e rischi per la salute della donna che aumentano. E comunque solo 2,4 coppie su 10, in seguito a questo procedimento, diventano genitori.

Numeri e cifre che non reggono il confronto con l’adozione internazionale, laddove le percentuali di successo superano di gran lunga quelle della procreazione assistita. Sono 72 su 100 le aspiranti coppie adottive che, ottenuto il decreto idoneità negli ultimi 5 anni e conferito l’incarico a un ente autorizzato, hanno effettivamente portato a termine l’adozione (dati al 31 dicembre 2013). Senza contare i casi di enti autorizzati particolarmente virtuosi, come ad esempio Amici dei Bambini, dove quasi 99 coppie su 100 hanno concluso con successo l’iter adottivo.

Dati su cui dovrebbe riflettere il premier Renzi, che dalle dichiarazioni di interesse verso la riforma dell’adozione internazionale, è passato nel corso dei mesi all’oblio e infine al disinteresse totale. E che ha abdicato a essere presente in Commissione Adozioni Internazionali (CAI) con un membro del governo operativo, da sempre investito della presidenza CAI. Oggi non è più così, perché le cariche di Presidente e vicepresidente si assommano nella medesima persona, un magistrato. Si ha così un unico punto di riferimento, di fatto sempre più slegato dall’Esecutivo nella gestione della CAI.

Un dato che ha assunto drammatica ufficialità con la presentazione nella giornata del 16 settembre, presso le aule di Camera e Senato, del programma dei prossimi mille giorni di governo.

Una scelta di campo, quella operata dall’esecutivo di Renzi, che ha deliberatamente optato per la procreazione assistita, investendo milioni di euro e impegnandosi a ogni livello istituzionale, e ostracizzato l’adozione internazionale dall’agenda di governo. Una decisione difficilmente spiegabile, soprattutto alla luce dei numeri appena forniti, eloquenti più delle parole.

In un panorama mediatico che esalta l’eterologa e oblitera l’adozione internazionale, si auspica che i dati riportati sopra riconducano la discussione sulle diverse forme di genitorialità sui binari della corretta informazione. E che il governo riscopra l’adozione internazionale per ciò che essa è: una risorsa preziosa e imprescindibile per assicurare ai milioni di bambini abbandonati nel mondo il diritto di essere figli, e alle coppie di aprirsi con fiducia alla giusta accoglienza di un bambino abbandonato.