Perché non si dovrebbero cercare le madri che abbandonano i loro neonati?

Buonasera,

ho appreso dal vostro sito dell’ultimo drammatico caso di abbandono di un neonato: la bambina ritrovata tra i rifiuti in provincia di Napoli e, fortunatamente, salvata e ora assistita dai sanitari di un ospedale partenopeo. So che purtroppo si tratta solo dell’ultimo episodio, in ordine di tempo, di una lunga serie di casi simili avvenuti in questi ultimi mesi. Episodi tutti documentati dal vostro sito che, a partire da questi casi, promuove le culle per la vita. Sono assolutamente d’accordo sulla necessità di diffondere e fare conoscere queste strutture, ma non capisco perché  voi non siate molto favorevoli al fatto che, in questi casi, le forze dell’ordine cerchino i genitori dei bambini abbandonati. L’abbandono di un neonato è un reato a tutti gli effetti. Potreste spiegarmi la vostra posizione su questa questione?

Grazie,

Antonella

 

 

griffini3Cara Antonella,

il problema a cui accenna nella lettera è decisamente delicato.

Le posso rispondere a partire da una considerazione preliminare dalla quale scaturisce tutta la posizione di Ai.Bi. sulla questione: il primo valore da difendere è sempre il diritto alla vita del bambino.

È chiaro che l’abbandono di un neonato è qualcosa di assolutamente negativo, una scelta drammatica che andrebbe sempre evitata. Ma dobbiamo provare a pensare a quali possano essere le ragioni che portano una madre – anzi, tante madri, come purtroppo dimostrano i recenti casi di cronaca – ad abbandonare il proprio figlio appena messo al mondo. Si tratta quasi sempre di donne in condizioni disperate che non vedono la possibilità di prendersi cura dei propri bambini. Ma ciò non vuol dire che non li amino. Come avrà letto nell’articolo che parla del caso della neonata ritrovata tra i rifiuti nel napoletano e in quelli che parlano di tutti gli episodi simili, l’abbandono avviene praticamente sempre in luoghi decisamente frequentati: ciò vuol dire, molto probabilmente, che l’intenzione della madre è quella di fare ritrovare al più presto il proprio figlio.

Ovviamente, abbandonare un bambino tra i rifiuti o sotto il sedile di un treno, per quanto questi siano luoghi frequentati, non rappresenta certo il modo migliore per garantire al neonato un futuro. Per questo esistono le culle termiche: strutture sicure sia per il minore – la cui presenza viene immediatamente segnalata a personale competente che si prenderà cura di lui – che per la madre, il cui anonimato viene garantito al cento per cento.

Pensiamo infatti che cosa accadrebbe nel caso in cui l’anonimato non sia garantito. Andare a cercare la madre del neonato, ovvero colei che ha scelto, pur con il cuore a pezzi, di abbandonare il proprio figlio, potrebbe provocare sia in lei che, in futuro, in suo figlio un trauma non indifferente. Per una madre che non può o non vuole tenere con sé il proprio figlio, sapere di poter essere rintracciata costituirebbe un forte incentivo a soluzioni ancora più drammatiche, come l’aborto o l’infanticidio. Soluzioni che toglierebbero la vita al bambino, anziché aprirgli la possibilità di rinascere, come figlio adottivo.

Anche per questo è necessario incrementare la presenza di culle termiche e incentivare la cultura del loro utilizzo. Lasciare un neonato in una culla termica, infatti, non costituisce reato e garantisce al piccolo un futuro.

Un caro saluto,

 

Marco Griffini

Presidente di Ai.Bi.

[marzo 2025 – Attualmente la Culla per la Vita di Pedriano non è in funzione per problemi tecnici]