Perché scandalizzarsi delle barricate di Gorino? Sono il risultato dell’ipocrisia del governo Renzi. La società civile non è mai stata coinvolta sul tema immigrazione

renzi“Chi semina vento raccoglie tempesta”. E’ la saggezza popolare a dare la chiave giusta per interpretare quanto sta accadendo in questi giorni sul tema immigrazione in Italia. Di fronte alle barricate improvvisate dagli abitanti di Gorino, frazione di Goro in provincia di Ferrara, per dire “no” all’arrivo di 20 migranti, tutti donne e bambini, il premier Matteo Renzi, ospite a “Porta a Porta”, ha commentato: “L’Italia che conosco io, quando ci sono 12 donne e 8 bambini, si fa in quattro per risolvere il problema”. Ma qual è l’Italia che conosce Renzi sul tema immigrazione? Probabilmente nessuna, visto che il suo governo non ha mai coinvolto la società civile nella gestione dell’accoglienza delle migliaia di migranti che sbarcano sulle nostre coste, preferendo continuare a centralizzare ogni decisione in materia e ad affrontare il problema sempre e solo con una logica di emergenza. Che senso ha dunque meravigliarsi tutt’a un tratto dei fatti di Gorino che dimostrano come la popolazione italiana viva molto spesso con fastidio e disagio l’arrivo dei migranti, questione nella quale non è mai stata davvero coinvolta?

Ripercorriamo in breve quanto accaduto in provincia di Ferrara.

“Abbiamo vinto! Nessun profugo arriverà qui!” Poco dopo mezzogiorno di martedì 25 ottobre, il capo della rivolta annuncia alla folla che  la battaglia è vinta: Gorino ha fermato 12 donne in fuga da fame e miseria – provenienti da Nigeria, Costa d’Avorio e Sierra Leone, tra cui una incinta all’ottavo mese – e 8 bambini che avrebbero dovuto essere accolti in un ostello individuato dalla Prefettura. Ma non lo faranno mai: una catena umana ha chiuso l’unica strada che porta alla frazione, popolata da 450 abitanti che vivono prevalentemente di pesca. Gli uomini hanno scioperato, lasciando le barche  ormeggiate in porto, le donne si sono unite al presidio e anche i bambini, dopo la scuola, hanno giocato a fare i guardiani, come i grandi. Trasferimento sospeso: è la decisione definitiva delle autorità, mentre le ragazze, rimaste per ore bloccate in una caserma in attesa di sapere dove andare a dormire, venivano inviate a diverse destinazioni. Così tra i manifestanti, che rifiutano ogni accusa di razzismo, poteva partire la festa: urla, fischi, carne arrostita sul fuoco e vini stappati.

Di tutto questo il premier si è meravigliato in seconda serata su Rai 1. Peccato che, in oltre 2 anni e mezzo di governo, non abbia fatto nulla per evitarlo.

Basti pensare, innanzitutto, che ci sono voluti più di 3 anni di continue sollecitazioni da parte delle organizzazioni non governative impegnate nell’accoglienza dei migranti, per fare iniziare la discussione parlamentare del disegno di legge Zampa che dovrebbe consentire, tra le altre cose, anche l’affido famigliare dei minori stranieri non accompagnati, che rappresentano un’emergenza nell’emergenza: sono già quasi 20mila quelli arrivati nel 2016. Questo ritardo ingiustificabile è uno degli aspetti più inquietanti di come il governo Renzi abbia affrontato il tema immigrazione. Nonostante ci siano migliaia di famiglie disponibili ad aprire le porte a un migrante minorenne – solo Ai.Bi., con la sua campagna Bambini in Alto Mare ha raccolto oltre 2mila disponibilità – si è sempre preferito continuare ad ammassare i minori nei centri di accoglienza superaffollati e in condizioni di promiscuità con gli adulti. Sperando forse che, così, decidano di fuggire dall’Italia. Cosa che molto spesso avviene: nel 2015 sono sbarcati in Italia 11.921 minori stranieri non accompagnati e 6.135 hanno fatto perdere le proprie tracce.

Si è quindi sempre puntualmente buttata alle ortiche una risorsa già pronta, quella costituita dalle famiglie disponibili ad accogliere, che avrebbe ridotto notevolmente il numero di migranti che i centri di accoglienza continuano invece a dover sopportare.

Tutto questo anche perché non si è mai costituita una vera cabina di regia a livello centrale per la gestione del problema, come invece accaduto in occasione di altre emergenze. Non si sono volute quindi creare le condizioni per unire le forze tra istituzioni e società civile allo scopo di garantire la degna accoglienza ai migranti e la sostenibilità alle comunità locali.

I Comuni, da parte loro, troppo spesso non hanno portato alcun contributo positivo in tal senso. Per ragioni di tipo economico non hanno sostenuto l’attività delle organizzazioni della società civile e le famiglie impegnate nell’accoglienza o disponibili a farlo.

È vero dunque che il volto dell’Italia non è quello di chi fa le barricate per respingere 12 donne e 8 bambini. Il volto del nostro Paese è quello dell’accoglienza, ma, per farlo emergere davvero, il governo Renzi deve riscoprire una parola che sembra avere dimenticato: “democrazia”. Democratico è solo un governo che coinvolge un popolo facendolo partecipare alle proprie decisioni, soprattutto quelle più difficili nelle quali la società è direttamente coinvolta.