Piano scuola estate 2021: c’è tempo fino al 15 giugno, ma le domande sono poche

Ampliare l’offerta per i ragazzi con soluzioni “ponte” per accompagnarli all’avvio del prossimo anno scolastico. Queste le finalità del Piano Scuola Estate, che rischia, però, di essere solo una grande occasione… persa

Il cosiddetto Piano Scuola Estate potrebbe essere una “grande occasione”, ma, come purtroppo succede per tante iniziative in Italia, rischia, da qui a settembre, di rimanere solo una “grande occasione… persa”. Il problema, al momento, è di ordine organizzativo, con le scuole che sono le istituzioni chiamate ad attuare le attività ricreative e di supporto al “recupero delle relazioni” da proporre alle famiglie (la cui adesione, naturalmente, è su base volontaria), ma che ancora paiono in alto mare.
D’altra parte, tra scrutini, esami, programmazione e quant’altro non è che i presidi non siano già pieni di impegni e scadenze, e l’impressione è che l’attuazione dei piani per la scuola estate sia passata un po’ in fondo alla lista delle “cose da fare”.

Piano Scuola Estate: alleanza tra scuola e realtà del territorio

Eppure, il tempo stringe, sia perché l’estate è ormai dietro l’angolo sia perché le manifestazioni di interesse delle Istituzioni scolastiche che vogliano attivare i patti di comunità e accedere ai fondi del ministero (670.182,33, gli euro stanziati) devono pervenire entro il 15 giugno.
Se le scuole sono i punti di riferimento per le varie iniziative, lo scopo del “piano” è quello di coinvolgere Enti Locali, istituzioni culturali del territorio, associazioni sportive e del terzo settore così da garantire un’offerta quanto più ampia e variegata, tra attività didattiche, ludico-ricreative, di approfondimento artistico, musicali, coreutiche… per “ampliare la permanenza a scuola degli allievi”.

Le famiglie che chiedono dei piani per la suola estate rimangono ancora senza risposta

Come si diceva inizialmente, l’idea di una alleanza educativa tra la scuola e le tante realtà presenti sul territorio è sicuramente una “grande occasione”, ma, concretamente, a quelle famiglie che hanno provato a chiedere informazioni sulle attività previste, le tempistiche e l’organizzazione… non sono giunte molte risposte. Anzi, l’impressione è che le scuole siano ancora impreparate, anche perché le “manifestazioni di interesse” da presentare entro il 15 giugno devono essere corredate da un piano finanziario, una relazione descrittiva del progetto e un patto di comunità formalizzato. Non proprio qualcosa che si possa improvvisare.
I Presidi delle scuole sono anche chiamati a verificare quelle che sono le esigenze delle famiglie e, sulla base di queste, fare le relative proposte.

I fondi, come detto, non mancano, sia da reperire attraverso il PON (Programma Operativo Nazionale), sia con i fondi del Decreto Sostegni, sia con i finanziamenti dell’ex legge 440. Ma se le domande non arrivano e le manifestazioni di interessa latitano… certo non si possono dare risposte alle famiglie, che ancora una vola rischiano essere le più penalizzate.