Pietro Ardizzi (Oltre l’Adozione) “Con la vicepresidente Laera sarà possibile riportare trasparenza e legalità nell’adozione internazionale. Urge un ‘pacchetto adozioni’ .

Un adeguato “pacchetto adozioni” da inserire nella prossima Legge di Bilancio, prevista per il prossimo autunno, accompagnato da un rilancio culturale e mediatico del valore straordinario delle adozioni internazionali, per ridare speranza e possibilità alle moltissime coppie italiane che negli ultimi tre anni sono rimaste maltrattatedeluse, scoraggiate e disorientate. Perché l’adozione internazionale è possibile ed è un’avventura straordinaria che l’Italia non può perdere! Di questo ne è certo Pietro Ardizzi portavoce del coordinamento di enti “Oltre l’adozione” intervistato da AiBiNews: ne esce una fotografia della realtà a 360 gradi con la “ricetta” per uscire da questa crisi delle adozioni internazionali causata da diversi fattori, primo fra tutti “l’aver “sottovalutato” il loro grandissimo valore (delle adozioni internazionali ndr) – sostiene Ardizzi – e conseguentemente non averle tutelate e sviluppate, quindi sono finite per essere trascurate”.

Ecco l’intervista:

1)      Quali secondo Lei le principali cause della crisi che ha colpito le adozioni internazionali negli ultimi anni?

Oggi è necessario riaffermare a gran voce che le adozioni internazionali sono un fatto eccezionale, e un’esperienza meravigliosa che ha un altissimo valore umano, sociale e culturale sia per i protagonisti: famiglie e bambini, sia per tutta la società italiana.

L’inizio della crisi delle adozioni internazionali in Italia si può datare: novembre 2011.

I fattori della crisi sono stati diversi e non solo italiani, ma ciò che ha pesato di più è stato l’aver “sottovalutato” il loro grandissimo valore e conseguentemente non averle tutelate e sviluppate, quindi sono finite per essere trascurate.

Dal febbraio 2014 poi è iniziato il triennio più disastroso e deleterio mai registrato per le adozioni internazionali, cioè per le famiglie, i bambini e gli Enti Autorizzati.

 

2)      È possibile secondo lei un rilancio e una conseguente crescita delle adozioni internazionali nell’immediato futuro o servirà tempo?

Una ripresa e un rilancio delle adozioni internazionali è possibile, anzi è doveroso.

L’Italia, che ha sempre costituito un esempio virtuoso per la comunità internazionale che ci guardava con apprezzamento ed emulazione, non può e non deve perdere questa grandissima possibilità di umanità e di accoglienza: coppie che vogliono adottare e bambini che hanno bisogno di genitori per lo sviluppo della loro vita.

Il “sistema” buono delle adozioni internazionali c’era e c’è.

Anche se necessita di qualche correzione, può e deve ripartire al più presto possibile. Ha bisogno di attori, istituzioni ed Enti, che ci credano e sappiano favorire e scommettere sulla grandissima risorsa che sono le coppie italiane.

Ha bisogno di risorse umane ed economiche come prima e più di prima per tornare ad essere un’eccellenza.

Considerando le prospettive del Governo in corso, i tempi sono stretti ma vale la pena rischiare, anzi serve fare tutto il possibile perché le adozioni internazionali in Italia non “muoiano” definitivamente.

3)      Crede che con la nuova vicepresidenza di Laura Laera vi sarà un’inversione di tendenza?

Ho incontrato la dott.ssa Laura Laera, insediatasi alla vicePresidenza della CAI il 15 giugno scorso, e posso dire che è la persona adatta a questa carica. Esperienza in campo minorile, come richiesto dalla legge, persona che crede nell’adozione internazionale, che ha capacità e volontà per far ripartire il sistema.

Mi ha sinteticamente esposto il suo programma: ripristinare legalità, trasparenza, dialogo e collaborazione sia in Commissione che nel “sistema”.

Questo suo programma deve essere pienamente sostenuto con risorse adeguate dal Governo e fatto proprio da tutti gli Enti Autorizzati.

Dopo il “triennio orribilis” appena passato, occorre uno sforzo ed un lavoro comune per un salto di qualità irrinunciabile ed irrimandabile, per il bene dei bambini, delle coppie, di tutta l’Italia.

 

4)      Quali sono gli errori da non ripetere da parte della CAI e delle istituzioni (se ci sono stati…)?

Qualsiasi Governo sia chiamato a governare non corra il rischio di scelte “improvvisate” o di “compromesso”, ma esprima la massima attenzione ed impegno per il sistema italiano delle adozioni internazionali.

E’ un sistema delicatissimo ed ha bisogno di cura e dedizione costanti per poter realizzare bene e a pieno il suo scopo: favorire il formarsi di famiglie che assicurino amore e futuro ai bambini abbandonati che lo aspettano.

La CAI, Commissione per le Adozioni Internazionali, è per legge un organo collegiale con precise funzioni e compiti, perciò non accada più che sia un organo escluso dal controllo del sistema e men che meno che sia sostituita da una guida  monocratica.

5)      Cosa chiedono gli Enti al Governo e alla nuova vicepresidenza CAI per il rilancio dell’adozione internazionale e quali gli obiettivi futuri?

Gli Enti chiedono che, senza più indugi e rimandi, il sistema riprenda subito a funzionare bene e pienamente ed ogni attore possa fare la sua parte: CAI, Enti, Tribunali e Servizi Sociali.

Occorrono subito risorse economiche adeguate, migliorando le scelte degli anni precedenti.

Per questo chiediamo al Presidente del Consiglio e Presidente della CAI di inserire un adeguato “pacchetto adozioni” nella prossima Legge di Bilancio, prevista per il prossimo autunno.

Occorre un rilancio culturale e mediatico del valore straordinario delle adozioni internazionali, per ridare speranza e possibilità alle moltissime coppie italiane che negli ultimi tre anni sono rimaste maltrattate, deluse, scoraggiate e disorientate: l’adozione internazionale è possibile ed è un’avventura straordinaria che l’Italia non può perdere!