Più di 5mila siriani accolti a Milano. L’assessore: “Ma Governo e Regione non ci aiutano”

sirianimilano200Partono dalla Libia stipati sui barconi che attraversano il Mediterraneo, sbarcano in Sicilia e raggiungono Milano in treno. Da qui molto vorrebbero proseguire verso il resto d’Europa, specialmente Svezia e Germania. Pochissimi fanno richiesta di asilo in Italia. Sono i profughi siriani che a migliaia, nel loro viaggio della speranza, passano da Milano, dove il Comune da mesi è alle prese con una vera e propria emergenza. Da metà ottobre a oggi, le strutture messe a disposizione dagli enti del Terzo Settore hanno accolto 4mila tra uomini e donne e 1.100 bambini, alcuni dei quali molto piccoli o neonati. I primi erano arrivati ad agosto e si erano trovati ammassati alla Stazione Centrale. Gli ultimi, almeno per ora, sono giunti a Milano qualche settimana fa e si sono accampati nei mezzanini delle stazioni. In tutto questo periodo, il Comune ha attivato un’unità di crisi con la collaborazione di diversi operatori e volontari per intervenire e soccorrere i migranti in attesa di una soluzione a livello nazionale e internazionale, ma ciò che è mancato, a detta della giunta di Palazzo Marino, è stata la collaborazione del Governo e della Regione Lombardia.

“Tra le persone accolte – ha ricordato l’assessore comunale alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorinoci sono più di 1.000 bambini, anche molto piccoli: una vera emergenza umanitaria che non può più essere ignorata o delegata esclusivamente alla nostra città. L’emergenza non è finita. In questi mesi abbiamo ricevuto la collaborazione di tantissimi operatori che non hanno fatto mancare aiuti concreti e solidarietà alle famiglie siriane e ai loro piccoli”.

“L’unione di tanti soggetti – ha detto ancora l’assessore – ha dato una risposta positiva nell’organizzare il soccorso, la protezione e l’assistenza di persone che sono fuggite da una guerra e si trovano nella nostra città di passaggio verso i Paesi del Nord Europa. Siamo intervenuti per dare un aiuto a donne, uomini, bambini rimasti senza nulla, e spesso in balia di delinquenti senza scrupoli pronti a sfruttarli per ottenere un vantaggio economico in cambio di un passaggio. Abbiamo collaborato con la Questura per evitare che questo succedesse e che famiglie con bambini cadessero in mano alla criminalità”.

La collaborazione con le associazioni del Terzo Settore ha permesso fino a ora di assicurare un servizio di accoglienza 24 ore su 24 in particolare ai bambini, di allestire spazi per i servizi indispensabili, luoghi ricreativi per i più piccoli, magazzini per gli alimenti, i medicinali e gli abiti. Oltre a camere da letto, servizi sanitari e infermerie. Tutto ciò allo scopo di creare le condizioni umane e relazionali necessarie a restituire un minimo di serenità e di dignità a queste persone travolte dalla guerra.

In tutto questo tempo, denuncia l’amministrazione comunale, l’unico segnale giunto dal Governo è la convenzione sottoscritta con la Prefettura per il rimborso delle spese sostenute dai gestori delle strutture utilizzate per l’accoglienza. Una rotta che, da Palazzo Marino, sperano venga invertita al più presto.

Fonte: Comune di Milano