Praga, 23-24 giugno: un meeting europeo per parlare di minori fuori famiglia

Si terrà a Praga, dal 23 al 24 giugno 2009, il primo Meeting europeo interamente dedicato ai minori fuori famiglia promosso dal Network internazionale di associazioni di tutela dell’infanzia EUROCHILD.

Si tratta di un importante incontro per promuovere, a livello europeo, i dati sul fenomeno dei bambini che vivono fuori da un contesto familiare. Il Meeting si inserisce nell’ambito degli incontri promossi da EUROCHILD per creare Gruppi di lavoro che stimolino la creazione di misure e politiche a sostegno dell’infanzia. Vi parteciperanno i rappresentanti di Ai.Bi. che renderanno noti i dati sugli Out of family children (OFC) italiani.

La situazione è allarmante, come più volte denunciato dall’associazione. A quasi due anni dalla chiusura degli orfanotrofi non è stato garantito agli OFC il diritto di essere accolti da una famiglia. I numeri variano a seconda delle fonti contemplate: l’Istituto degli Innocenti parla di quasi 15.000 bambini nel 2005 ospiti delle strutture residenziali in Italia, l’Istat ne rileva circa 18.000 nello stesso anno. Aldilà del puro dato numerico è evidente che i bambini hanno cambiato solo la loro “sistemazione” (dall’orfanotrofio alle comunità educative o centri di assistenza). In queste strutture non è possibile sviluppare il legame e la relazione affettiva che può invece offrire una coppia di genitori.

Gli strumenti per garantire un’accoglienza familiare sembrano del tutto inadeguati. E’ fallita la promozione dell’affido familiare così come è disciplinata dalla legge 149/2001 a causa di una concezione distorta dello stesso. Il settore pubblico, infatti, tende a considerarlo esclusivamente come un servizio, mentre l’affido è, per sua stessa natura, una forma di accoglienza e cura più vicine alla dimensione del dono. L’affido deve essere valorizzato. Per questo Ai.Bi. chiede una nuova legge che riconosca la gestione dell’affido da parte delle associazioni familiari e la chiusura delle comunità educative entro il 2015.

Un altro aspetto drammatico riguarda la difficoltà per i minori che devono lasciare le strutture di residenza di costruirsi un progetto di vita autonomo. Sono adolescenti costretti a lasciare le strutture di assistenza al compimento dei 18 anni, obbligati a fare i conti con le sfide della vita quotidiana senza essere minimamente preparati ad affrontarle. Cercare un lavoro, trovare un’abitazione, instaurare relazioni di amicizia possono essere ostacoli insormontabili per un adolescente che ha trascorso tutta l’infanzia senza una famiglia e a 18 anni si trova fuori dal sistema di protezione dell’infanzia.

Appena l’un per cento dei care leaver italiani è in grado di poter costruire un progetto di vita autonomo.

I dati sono oggetto di una pubblicazione di prossima uscita, in cui saranno raccolti anche quelli relativi ai minori fuori famiglia europei.