Pubblicato 5° Rapporto CRC, mancano una banca dati e chiare soluzioni al sovrannumero degli enti autorizzati

Il Gruppo CRC, Gruppo di Lavoro per la Convenzione sui Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, network di 89 Associazioni attive per la difesa dei diritti dei minori, ha pubblicato il 5 giugno il Rapporto annuale sul rispetto dei diritti dei minori in Italia. Il documento contiene importanti denunce e raccomandazioni indirizzate alle Istituzioni nazionali.  Fra queste Ai.Bi. evidenzia le seguenti:

1.  Spesa pubblica per l’infanzia: il Gruppo ha denunciato la mancanza di dati sull’attuale spesa pubblica per l’infanzia e la necessità di maggiori risorse finanziarie in favore dei minori, sia in Italia che all’estero, dove servirebbe un maggiore investimento dello Stato nei programmi di cooperazione per l’infanzia;

2. Dati sui minori fuori famiglia: le Associazioni, allarmate dall’aumento delle ultime stime sui minori fuori famiglia nel nostro Paese, chiedono che si provveda con urgenza alla raccolta di dati precisi;

3. Affidamento: il Gruppo denuncia l’eccessiva durata dell’affidamento familiare che finisce per non essere usato solo come misura temporanea. Le Associazioni chiedono maggiori sforzi per la promozione dell’affidamento familiare e la definizione di standard nazionali per i servizi di accoglienza;

4. Adozione internazionale: il Rapporto denuncia il calo delle disponibilità e delle idoneità, così come le cause del calo (non solo i costi alti, ma soprattutto l’iter lungo) e richiama sulla necessità di controllare l’eccessivo numero degli enti autorizzati ed elevarne degli standard di qualità;

5. Banca Dati per i minori adottabili e le coppie disponibili all’adozione: manca ancora la Banca dati che il Ministero della Giustizia dovrà attivare al più presto (Ai.Bi. ha fatto causa al Ministero della Giustizia per questo inadempimento e l’ udienza sarà al TAR di Roma il 4 luglio prossimo);

6. kafalah: il Rapporto rispecchia quanto da Ai.Bi. chiesto a gran voce: ratificare la Convenzione Aja 1996; applicare soluzioni per adottare i minori orfani dei Paesi nordafricani; monitorare la kafalah secondo le procedure di adozione internazionale;

7. l’avvocato del minore: attuare la legge 149/2001 per regolamentare la difesa d’ufficio del minore.

Sono questi i problemi e le criticità emersi nell’anno 2011, la cui soluzione non è più rimandabile. Quelli sopra sono i medesimi sette i punti che Ai.Bi. individua come affini alle battaglie che ha lanciato negli ultimi anni.