I “Punti Ai.Bi.” in Ucraina: un’ancora di speranza per tutti i bambini, prime vittime della guerra

Dopo un anno di guerra, secondo Unicef in Ucraina ci sono un milione e mezzo di bambini a rischio di depressione. I Punti Ai.Bi. attivi a Obolon, Stepashky, Volodarka e Carapishy sono una risposta di “normalità” che guarda al futuro

Quando scoppia una guerra le vittimae non sono solo quelle che cadono sotto le bombe o nei combattimenti, ma tutte le persone che a vario titolo vengono coinvolte nel conflitto: è una vittima chi è costretto a sfollare, chi perde un genitore, un figlio o una figlia, un fratello o una sorella. È vittima chi rimane senza un lavoro; chi scappa e chi resta; chi lotta e chi si abbandona.
Tra tutti, però, le prime vittime di una guerra, così come di ogni emergenza, sono i bambini: i più indifesi e i più innocenti, travolti da eventi decisamente più grandi di loro.

I bambini prime vittime dell’emergenza

È successo così anche in Ucraina, dove, secondo l’Unicef, dopo un anno di guerra ci sono 1 milione e mezzo di bambini in grandissima difficoltà. Non tanto (o, meglio, non solo) materiale, ma anche e soprattutto psicologica. Un milione e mezzo di minori “ a rischio depressione, ansia, disordini da stress post-traumatico e altri problemi di salute mentale…”
Ma i numeri vanno anche oltre: 5 milioni di bambini hanno dovuto interrompere l’istruzione, migliaia sono sfollati, quelli in povertà sono passati a essere dal 43% all’82%. E tutti, nessuno escluso, sono stati coinvolti a vario titolo nella guerra.
Sta proprio in questi numeri, per quanto “freddi” possano sembrare, il perché della creazione dei Punti Ai.Bi.: luoghi sicuri, colorati, liberati dalla macerie belliche e raggiungibili con un percorso sminato, dove i bambini possono trascorrere le giornate in un ambiente il più possibile sereno, insieme a educatori, animatori e personale specializzato per affrontare la terribile sindrome da stress post traumatico.
L’esperienza dei Punti Ai.Bi. ha radici lontane: a fine anni Novanta, dopo le guerre nei Balcani, quando Ai.Bi. avviò un progetto di cooperazione internazionale in tutta l’area che non solo era stata distrutta da anni di combattimenti e dai bombardamenti Nato, ma era ancora minata di odio tra le diverse popolazioni. Ai.Bi. iniziò un paziente processo di tessitura di legami tra comunità diverse, coinvolgendo i bambini e gli adolescenti che con maggiori probabilità di successo potevano imparare a convivere nelle diversità, negli opposti.

I Punti Ai.Bi. in Ucraina a Obolon, Stepashky, Volodarka e Carapishy

In Ucraina il contesto è differente, ma la necessità di “tessitura” rimane. Non tanto tra comunità diverse, quanto trai bambini e la vita libera, stimolante e feconda che dovrebbe essere il primo dei loro diritti. Per questo i Punti Ai.Bi. nascono nei quartieri, in mezzo alle case, negli istituti che già prima della guerra erano un punto di ritrovo. È così a Obolon, il quartiere residenziale nel nord della città di Kiev dove ha aperto il primo Punto Ai.Bi. pochi mesi dopo lo scoppio della guerra. Ed è così anche a Stepashky, il villaggio del distretto di Vinnytsia, circa 300 km a sud – ovest di Kiev, dove nel luglio del 2022 è stato aperto il secondo “Punto Ai.Bi.”. Qui, tutti i giorni, equipe di animatrici e psicologhe aiutano i bambini a superare il trauma della guerra, organizzano attività di animazione e di supporto, e forniscono assistenza alle mamme.
Altri due Punti Ai.Bi. sono presenti anche nella zona a sud di Kiev; a Volodarka, dove già prima della guerra era attivo il progetto di Adozione a Distanza di Ai.Bi. e, oggi, oltre alla presenza della ludoteca da poco restaurata, viene portato avanti un sostegno domiciliare che mira a portare aiuto direttamente nelle case di circa 750 famiglie del territorio; e a Carapishy, dove è in atto un analogo programma di distribuzione regolare di generi di prima necessità alle famiglie sfollate e più vulnerabili.

A partire da questi “punti fissi” è stato anche organizzata anche una ludoteca itinerante: il Ludobus della Pace, che permette di portare animazione e supporto ai bambini e le famiglie dei diversi villaggi del territorio.
Perché dopo un anno di guerra, l’obiettivo rimane quello del primo giorno: aiutare i bambini, prime vittime delle emergenze, perché possano superare questo momento e vivere un futuro di pace. EMERGENZA UCRAINA