Putin rilancia la guerra in Ucraina, dichiarata la mobilitazione militare parziale

Il Presidente russo in un discorso alla nazione ha ribadito la determinazione a “liberare il Donbass”. Richiamati 300 mila riservisti e apertamente minacciato il ricorso alle armi nucleari

Quello che si temeva alla fine è accaduto. Seppure in ritardo di un giorno rispetto a quanto annunciato, il Presidente russo Vladimir Putin ha annunciato in un discorso alla nazione una “Mobilitazione militare parziale” per proseguire e rilanciare la sua guerra in Ucraina.
Come fa dall’inizio della guerra, Putin ha “giustificato” la mossa addossando ogni colpa all’Occidente, reo di voler “trasformare il popolo ucraino in carne da cannone”, e ha ribadito che l’obiettivo è quello di liberare il Donbass. Un obiettivo che è stato più volte disatteso dalle mosse sul campo dell’esercito russo, con l’iniziale dispiegamento di truppe verso Kiev e l’avanzata anche nel sud dell’Ucraina per cercare di tagliare ogni sbocco al mare.

Richiamati 300 mila riservisti per proseguire la guerra in Ucraina

Ma delle parole usate e dei motivi espressi per giustificare l’ingiustificabile più di tanto non importa: al di là di Putin e della popolazione resa cieca a ogni altra fonte di notizia che non sia controllata dal regime, nessuno crede seriamente che l’Ucraina sia dominata da “nazisti” e che l’intervento russo sia una guerra di liberazione. Dunque, molto più delle parole, ciò che spaventa sono i fatti che da queste conseguono.
Il principale è il richiamo di 300 mila riservisti, ovvero uomini che già fanno parte delle riserve dell’esercito, ma anche tutti coloro che abbiano avuto in precedenza qualche esperienza militare. Il Presidente ha affermato che queste nuove forze, prima di raggiungere il fronte, riceveranno un’ulteriore addestramento.

Guerra in Ucraina: Putin minaccia il ricorso alle armi nucleari

Il versante, invece, dove sono ancora, per il momento, solo le parole ad essere protagoniste, è quello delle minacce: Putin ha fatto esplicito riferimento alle armi nucleari, anche in questo caso rivoltando contro l’Occidente la volontà di usarle per primo e minacciando ritorsioni perché: “Coloro che cercano di ricattarci con armi nucleari dovrebbero sapere che le abbiamo anche noi”.
Insomma: se non è arrivata la dichiarazione di guerra totale che si temeva, non ci si è andati molto lontani. Soprattutto, ancora una volta Putin ha dimostrato di non voler fare un passo indietro e, anzi, di rilanciare con sempre maggiore violenza e convinzione. Ne sono un’ulteriore prova i referendum indetti nei territori occupati dell’Ucraina per chiedere ai cittadini di votare circa la loro volontà di essere annessi alla Russia: i precedenti sono troppi e la situazione troppo compromessa per poter pensare che questi referendum abbiano anche solo la parvenza di un voto libero e democratico. L’analisi di tutti gli esperti (e quanto già visto in altre occasioni) porta a pensare che il voto farsa che certamente ribadirà l’annessione dei territori occupati alla Russia sarà utilizzato come la giustificazione per inasprire ancora di più la guerra battendo ossessivamente sul tasto della “difesa” della Russia e dei suoi nuovi territori.
Come se una giustificazione potesse cambiare le cose o la realtà dei fatti…