Quando i figli scoprono di essere stati adottati da una coppia gay

Il sociologo Mark Regnerus docente dell’Università del Texas, ha pubblicato sulla rivista Social Science Research un sondaggio sui “vantaggi” dei figli di coppie eterosessuali rispetto a quelli di coppie omosessuali, esaminando gli effetti subiti quando un figlio “capisce” di avere genitori gay.

Nella sua ricerca, l’americano ha paragonato figli di genitori gay a quelli di genitori eterosessuali sposati, escludendo dalla sua analisi quelli di genitori divorziati, di madri singole o i bambini adottati.

Se finora si era detto che i figli di coppie omosessuali non presentavano alcune varianti, Regnerus ha trovato divergenze soprattutto nelle percentuali degli abusi e delle deviazioni sessuali.

Secondo l’analisi del sociologo i figli di madri lesbiche (rispetto a quelli di genitori eterosessuali) hanno un andamento peggiore a scuola, trovano occupazioni sottopagate, soffrono di depressione, fumano più marjiuana e sono più sessualmente attivi. Quelli con un padre gay, invece, hanno subito più arresti, hanno tentato il suicidio, soffrono di depressione e  sono stati vittime di violenze sessuali.

Perché tali differenze? Spiega Regnerus: “Posso solo fare una mera riflessione poiché i miei dati non hanno sottolineato le varie cause. Una delle costanti, comunque, è l’instabilità familiare. I figli di padri gay crescono meglio di quelli delle coppie di lesbiche, anche se la maggior parte non ha vissuto a lungo col padre e soprattutto col suo partner, col quale non hanno mai coabitato per più di tre anni consecutivi.”

I figli di coppie lesbiche hanno trascorso più tempo in foster care . Il 40%, crescendo, ha trascorso alcuni periodi con i nonni; il 19% va a vivere da solo prima del diciottesimo anno d’età. Solo il 2 % ha vissuto con la madre e la sua partner, senza interruzioni, fino a 18 anni.