Repubblica Democratica del Congo: l’adottabilità prescinde dall’esistenza di una famiglia. La procedura adottiva di ogni coppia Ai.Bi è stata verificata e approvata dalla Corte Suprema di Giustizia e dall’apposita Commissione Interministeriale congolese

Rispetto a quanto dichiarato da alcuni genitori adottivi nel corso di una conferenza stampa svoltasi il 18 maggio 2017 alla Camera dei Deputati, l’Associazione Amici dei Bambini ribadisce, quanto segue:

“Per ogni minore adottato viene dichiarato dalle competenti autorità locali (e solo da loro) lo stato di adottabilità, indipendentemente dal fatto che abbia o meno una famiglia d’origine. Senza la dichiarazione di adottabilità, non può avere luogo ovviamente alcuna sentenza di adozione”.

 “Ciò vale anche per la Repubblica Democratica del Congo dove l’adottabilità di un minore viene dichiarata dai Servizi Sociali del Municipio di collocamento del minore insieme al Tribunale per i Minorenni – continua –. Inoltre è il  Consiglio di Tutela, composto da Borgomastro, dal rappresentante dell’autorità giudiziaria e da 4 persone designate dal Governatore della Provincia, che da il consenso all’adozione (acte de consentement a l’adoption) di un minore abbandonato dinanzi al Tribunale per i Minori che a quel punto emette l’atto di adozione (acte d’adoption)”.

Per completezza di informazione, è necessario ribadire quanto viene dichiarato nel rapporto statistico CAI (relativo al biennio 2014/2015): la percentuale dei minori adottati orfani è pari all’ 1% (in Africa del 2,2%) di tutte le adozioni realizzate nel mondo da famiglie residenti in Italia”.

Per quel che concerne la RDC,  a seguito del blocco delle adozioni, si evidenzia che, oltre alle normali procedure per la dichiarazione di adottabilità dei minori, la Corte Suprema di Giustizia della RDC il 15 aprile 2014 ha richiesto formalmente a tutti i Presidenti delle Corti d’Appello del Paese di verificare la correttezza dei dossier di adozione dei bambini da parte di coppie straniere. Tutte le procedure di Ai.Bi sono state verificate e valutate positivamente. 

“Inoltre, una seconda verifica  è stata eseguita da una apposita Commissione interministeriale congolese (di cui l’ex vicepresidente della CAI Silvia Della Monica stessa ha tessuto più volte le lodi )  composta dai rappresentati dei Ministero di Genere, della Famiglia e del Bambino, il Ministero degli Interni, il Ministero di Giustizia ed il Ministero degli Esteri”.

La Commissione  interministeriale ha riesaminato ogni singolo dossier tra maggio 2015 e i primi mesi del 2016, emettendo un giudizio di approvazione o diniego. Anche in questo caso tutti i casi di adozione seguiti da Ai.Bi. sono stati approvati.

La stessa Cai ha verificato tutte le pratiche di ogni singola adozione per poter autorizzare i minori all’ingresso in Italia e alla residenza permanente.

Alla fine di questo complesso iter i minori adottati hanno finalmente potuto raggiungere  le loro famiglie italiane.

Spiace, dunque, dover constatare questo clima di odio che sta letteralmente affossando le adozioni internazionali e allontanando sempre più le famiglie da questa meravigliosa forma di accoglienza”.

Mezzano, 18.05.2017