Romania: traguardo vicino per la campagna pro-adozioni

Vicine a quota 70mila le adesioni alla petizione che chiede una modifica della legge rumena per la riapertura dell’adozione internazionale. La campagna era stata lanciata il 2 giugno nella Piata Sfatului di Brasov, città a circa 200 km da Bucarest, da un coordinamento di associazioni rumene impegnate nella tutela dell’infanzia.

Servono ancora 30mila firme per presentare al Parlamento rumeno la richiesta di modifica della legge 273 sulla tutela dell’infanzia abbandonata.

„La voce della società civile e’ piu’ forte di questa legge che non rispetta l’interesse superiore del bambino ad avere una famiglia e rovina il futuro di migliaia di minori.” ha detto Azota Popescu, presidente dell’Associazione Catharsis, capofila della mobilitazione.

Decine di migliaia di bambini abbandonati, tra cui oltre 60mila orfani che non sono richiesti in adozione nazionale, oggi sono condannati a vivere senza famiglia. Secondo Azota Popescu “la legislazione rumena sulle adozioni viola il diritto fondamentale del bambino ad avere una famiglia, come previsto nella Convenzione dell’ONU del 1989 e della Convenzione de L’Aja del 1993, entrambe ratificate dal Parlamento della Romania.”

Intanto anche il numero uno dell’Ufficio Romeno per le Adozioni (ORA), il segretario di stato Bogdan Panait, ha evidenziato che i numeri delle adozioni nazionali sono troppo esigui rispetto al numero di minori che hanno bisogno di una famiglia. La chiusura delle adozioni, oltretutto, non danneggerebbe solo i bambini ma anche le casse dello stato. Per Panait l’adozione di 2.000 bambini comporterebbe un risparmio di circa 10 milioni di euro nei bilancio dello stato.

Irremovibile la posizione del presidente Traian Basescu.

Basescu aveva ribadito, lo scorso aprile, la decisione di non sbloccare le adozioni internazionali: “finché sarò presidente non sarà modificata la legge sulle adozioni, nonostante si sia creata una lobby a Bruxelles favorevole alla riapertura”; questa le dichiarazione perentorie rilasciate da Basescu alla stampa locale.