Bambino abbandonato. Corriere della Sera, Griffini (Ai.Bi.) “ Si stima che ogni anno in Italia centinaia di neonati finiscano in discarica”

Per ogni Giorgio salvato, si calcola ci siano dieci neonati finiti in discarica.

Gli abbandoni potrebbero moltiplicarsi se al diritto di parto in anonimato si dovesse contrapporre, in futuro, il diritto dei figli alla ricerca delle origini. Bisogna, invece, promuovere e informare sull’esistenza del parto in anonimato, rendere capillari le “Culle per la Vita” e portare avanti la proposta di legge sull’adozione del nascituro, come già avviene negli Stati Uniti“ – così Marco Griffini – presidente di Amici dei Bambini – intervistato da Elisabetta Rosaspina per il Corriere della Sera sulla triste vicenda del neonato abbandonato tra l’immondizia nei pressi del Cimitero di Rosolina, in provincia di Rovigo.

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In un cassonetto 30 minuti dopo la nascita «Così lo abbiamo salvato».

Non era stato partorito da più di mezz’ora. Aveva ancora addosi so il tepore della madre, ma era destinato a essere smaltito con i rifiuti di un cassonetto, accanto al cimitero di Rosolina, in provincia di Rovigo. Giorgio ha pianto, e questa è stata la sua salvezza. Una passante diretta al camposanto, ieri mattina poco prima delle dieci, si è affacciata al bidone da cui provenivano gli strilli, pensando forse a un gatto intrappolato. Ha visto invece un neonato nudo e sporco agitarsi in una sacca da tennis rossa. «Quando è arrivato in ospedale ad Adria Giorgio era ancora ben idratato ha detto il direttore generale dell’Ulss 5, Antonio Compostella -, probabilmente aveva fatto anche una poppata prima di essere infilato nel cassonetto». Il primo e ultimo atto materno ricevuto dalla donna che lo ha messo al mondo. La prima madre adottiva, invece, è stata una decina di minuti più tardi l’infermiera dell’ambulanza del Suem n8, Giorgia Cavallaro, che gli ha offerto anche un nome, almeno provvisorio: «L’ho preso in braccio, lui ha aperto gli occhi, mi ha guardato, gli ho fatto una carezza sul minuscolo viso, lui ha cercato subito con la bocca il mio dito. Aveva fame. E per tutto il viaggio ha succhiato il mio dito, mentre me lo tenevo stretto al petto». Non accadeva da 19 anni, un fatto del genere nella zona. L’ultimo caso che si ricordi è quello di una donna nigeriana, trovata in pieno travaglio dietro a un cassonetto da una pattuglia della polizia. In ospedale la puerpera aveva firmato la rinuncia al bimbo, lasciandolo in adozione. Giorgio, come altri quattro o cinque neonati dall’inizio dell’anno in Italia, ha urlato e ce l’ha fatta, «le stime dicono che ogni anno ne vengono abbandonati e non ritrovati a centinaia» avverte Marco Griffini, presidente dell’Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini, organizzazione non governativa formata da famiglie adottive e affidatarie. A centinaia? «Non si può sapere il numero esatto, ma per uno salvato si calcola che ce ne siano quasi dieci che spariscono in discarica, chiusi dentro buste di plastica, senza che nessuno li veda o se ne accorga». Era meno crudele l’Italia degli anni 5o, che lasciava i figli indesiderati sui gradini di una chiesa? «All’epoca non c’era la legge sul parto nell’anonimato ram- menta Griffini -. Questo significa che oggi una madre può avere un bambino, con tutta l’assistenza sanitaria, e poi rinunciare a lui in ospedale. Almeno gli avrà dato la vita e suo figlio penserà a lei con riconoscenza. Chi lo butta in un cassonetto non conosce la legge, spesso si tratta di straniere. Oppure vuole eliminarlo. E i motivi possono essere tanti: è figlio di un incesto, di una violenza, di una relazione extraconiugale». Della madre di Giorgio ancora non si sa quasi nulla. La «carnagione caucasica», cioè bianca, del bimbo è la sola traccia, assieme alla placenta: «Sembra nato dopo una gravidanza giunta senza problemi alla 37esima settimana hanno valutato in pediatria -, a partorirlo dovrebbe essere stata una donna giovane e sana». Per Griffini gli abbandoni, più o meno brutali, come questo, potrebbero moltiplicarsi se, al diritto di partorire anonimamente, si dovesse contrapporre in futuro il diritto dei figli di «nn» a conoscere le proprie origini. Le «culle per la vita», eredi della vecchia ruota degli esposti, funzionano a ritmo ridotto rispetto alle aspettative, sempre per scarsa informazione. L’Ai.Bi. caldeggia la proposta di legge sull’adozione del feto, in vigore negli Stati Uniti, che assegna nuovi genitori al nascituro prima che veda la luce: «In Italia ci sono 35 mila minori “fuori famiglia”, che vivono cioè in comunità educative da zero a 18 anni. Erano 15 mila vent’anni fa» segnala il presidente. Non è questo il destino di Giorgio. Fra pochi giorni o settimane avrà già una mamma felice in attesa, proprio di lui.

La vicenda Ieri a Rosolina (Rovigo) una 70enne, nei pressi di un bidone dell’immondizia, poco fuori dal cimitero, ha trovato un neonato abbandonato e ha dato l’allarme. Era nudo, dentro una sacca da tennis in una zona ecologica . Il bimbo aveva la placenta attaccata ed è stato salvato dall’ipotermia. È stato chiamato Giorgio, in onore dell’infermiera che lo ha preso per prima.

1% é la quota di bimbi adottati entro il primo anno d’età in Italia. Il 39% ha fra gli 1 e 4 anni. La percentuale maggiore è fra i 5 ei 9 anni (47%) 2,7 milioni Sono i bambini che nel mondo vivono in un istituto in attesa di essere adottati secondo i dati dell’International social) service.