Russia. “Sono arrivati nella nostra vita come un colpo di vento: all’improvviso si è spalancata la porta dell’istituto e sono entrati loro”

marmeggi 1Aliona ha 11 anni e il suo sguardo da bimba si confonde nella figura di una piccola donna. Il fratello Kirill, di un anno più piccolo, ha invece l’aspetto da simpatica canaglia e, a quanto dicono mamma e papà, lo è davvero.

La famiglia Marmeggi, che vive in provincia di Pisa, racconta per #iosonoundono la sua esperienza adottiva:  partiti in due, sono tornati in quattro a casa a fine aprile dalla regione di Nizhny Novgorod, dopo il terzo, ultimo viaggio nel paese, come la procedura di adozione prevede.

Papà Giorgio ricorda commosso questo periodo, fatto di qualche fatica ma di tanta gioia; evidenzia con grande calore tutti i momenti belli trascorsi con i figli, dal giorno in cui i due ragazzini sono entrati, come un colpo di vento, nell’ufficio della direttrice di istituto e si sono trovati davanti a mamma e papà.

Quasi io e mia moglie non pensavamo che accadesse così – ricorda papà Giorgio – : eravamo nell’ufficio della direttrice per le ultime pratiche richieste dal primo viaggio e a un certo punto ci chiesero se volevamo incontrare i bambini, di ritorno dal campo estivo. Ovviamente eravamo d’accordo e mentre si stava ragionando su quale stanza dell’istituto utilizzare per l’incontro, all’improvviso si è aperta la porta e sono arrivati Kirill e Aliona”.

I bambini, che hanno vissuto in istituto gli ultimi tre anni “sono stati subito affettuosi – dice Antonella – e per quanto solo io parlassi un po’ di russo, ci siamo capiti subito. Sono bastati pochi giorni e hanno fatto prestissimo a imparare l’italiano”.

La storia di Kirill e Aliona ha conquistato subito la famiglia Marmeggi che non ha esitato un momento quando è stato loro proposto l’abbinamento. “Dopo alcuni tentativi di adozione nazionale, non andati a buon fine – ricordano i genitori – i bambini sono stati inseriti nel circuito internazionale e siamo arrivati noi. A livello sanitario non hanno nulla, sono in salute: ci avevano segnalato l’iperattività del bambino che poi di fatto non si è mai verificata. La verità è che questi bambini hanno una valigia di vissuti e di ricordi che affiorano e quindi anche il corpo ne risente”.

Durante il secondo viaggio i Marmeggi sono riusciti a festeggiare il compleanno di papà il 7 marzo e ad assistere una recita in istituto per la festa della donna.  “E’ stato molto bello per noi, anche per capire cosa facevano i nostri figli”.

Oggi i bambini sono felici in Toscana dove tanto costruendo la loro nuova vita.

Mamma e papà raccontano che Kirill e Aliona hanno due caratteri molto diversi: “Il bambino ha un carattere formato, cocciuto ma sappiamo che ha bisogno di tempo per trovare i suoi spazi, per far stemperare la rabbia che ha dentro di sé e anche molti ricordi. Ora frequenta la quarta elementare, che certamente per lui è uno scoglio, ma abbiamo trovato una scuola con maestri stupendi che hanno previsto anche un moderatore linguistico per qualche ora”. La sera è il bambino che ha maggior bisogno di coccole e spesso, per riuscire ad addormentarsi sereno, corre nel lettone di mamma e papà.

La bambina, adesso in quinta elementare, appare socievole e più matura e, per  l’esperienza vissuta in istituto, già avviata a piccoli compiti da giovane donna: “All’inizio sembrava non saper giocare, del resto in istituto alle ragazzine più grandi facevano lavorare la maglia e l’uncinetto, oppure insegnavano l’economia domestica“.

Così lo scorso giugno, anche per aiutarli a vivere esperienze da bambini, Giorgio e Antonella hanno iscritto i figli a un campo estivo e qui hanno cominciato a provare la spensieratezza e a fare le prime amicizie.

A settembre Kirill voleva sentire gli amici in Russia, di cui sentiva la mancanza – dice Giorgio – così con il permesso della direttrice, abbiamo potuto telefonare: è stato uno spasso perché da un lato i bambini ricordavano un po’ di russo, senz’altro capivano ma rispondevano in italiano. Sono stati contenti di sentire i loro vecchi amici“.

A distanza di mesi la famiglia ripercorre l’intero iter adottivo che, tutto considerato, è durato meno di tre anni.

Sapevamo che ci sarebbe voluto tempo e che ogni adozione è un caso a sé, ma sono tutte cose che vanno viste nella giusta prospettiva – raccontano Antonella e Giorgio- a un certo punto ti trovi a vivere qualcosa di grande, per qualcuno, quindi tutto cambia. Per la nostra esperienza, poi, non abbiamo avuto imprevisti nella procedura“.

Siamo felicissimi di questa esperienza – conclude papà Giorgio – occorre avere pazienza, non aver paura di farsi aiutare e fare i conti anche con…un po’ di paura! Quando ti trovi all’improvviso davanti a questi bimbi ti viene da pensare. ..ce la farò ? “. E poi inevitabilmente la risposta è sì.