San Marino 2022: il prato fiorito dell’accoglienza familiare

Una comunità che accoglie è una rete di famiglie che fanno accoglienza con gli operatori, ognuno consapevole del proprio ruolo: famiglie e professionisti insieme per una vera accoglienza familiare

 Sono davvero molti gli argomenti trattati all’interno del 29esimo seminario estivo di Ai.Bi. dal titolo: “Una comunità che accoglie: il paradigma di Ai.Bi.”

A San Marino si sono incontrati coordinatori regionali, membri del Consiglio Nazionale, famiglie del movimento la Pietra Scartata, responsabili di Ai.Bi. e diversi altri collaboratori dell’Associazione per ragionare assieme e acquisire nuova energia per portare avanti la mission di Ai.Bi. a favore dei bambini abbandonati.

Tra i “numeri” che sono stati condivisi durante i seminari, uno in particolare ha colpito l’attenzione, si tratta degli “impressionanti numeri dell’accoglienza” registrati dalle nostre comunità per Adolescenti, in cui, le richieste di accoglienza sono passate dalle 44 del 2017 alle 103 del 2021 per non contare le 113 richieste già ricevute nei soli primi 6 mesi del 2022.

Ma anche nelle comunità mamma- bambino i primi 6 mesi del 2022, il numero di richieste (74) ha già raggiunto i numeri di tutto il 2021 (78)

 Ma qual è il vero significato dell’accoglienza?

Nel suo intervento, portato all’interno della 3 giorni di Ai.Bi. a San Marino, Cristina Riccardi, vice presidente di Ai.Bi. e il marito Paolo Pellini, utilizzano la bella immagine evocativa di “Prato Fiorito”.

Li abbiamo intervistati per approfondire meglio il loro punto di vista

Perché nel vostro intervento parlate di “prato fiorito dell’accoglienza”?

L’accoglienza di chi è o si sente solo senza affetti o riferimenti significativi, apre alla possibilità di veder realizzare progetti di vita serena, se è paziente, rispettosa, includente e al tempo stesso in grado di far camminare in autonomia chi, per i più disparati motivi, si è trovato a vivere l’abisso profondo dell’abbandono. Anche nel deserto della solitudine possono pian piano sbocciare fiori, ovvero i tanti piccoli-grandi successi che la tranquillità del supporto permette di raggiungere. Un prato fiorito non è una rigogliosa giungla o un fitto bosco. È il luogo immagine della pace, della serenità e della sicurezza per ricominciare.

Cosa significa accoglienza familiare oltre l’adozione e l’affido?

Siamo tutti ormai consapevoli che non tutte le situazioni di difficoltà e di necessità di accompagnamento possono essere risolte in famiglia, sia perché non ci sono abbastanza famiglie disponibili, sia perché alcune situazioni necessitano di un intervento professionale perché molto compromesse.

Alla luce di questo dato oggettivo, bisogna trovare il modo perché comunque la famiglia non diventi qualcosa di sconosciuto e irraggiungibile per quanti sono accolti nelle comunità educative. Quindi riteniamo importante che le famiglie entrino nelle comunità col giusto rispetto, nei giusti tempi…per creare relazioni che possano poi continuare nel tempo, anche come fonte di ispirazione oltre che di aiuto concreto. Si desidera ciò che si conosce.

Nel vostro intervento parlate anche di comunità che accoglie, potete spiegarci questa affermazione?

Per comunità che accoglie pensiamo alla rete delle famiglie che fanno accoglienza con gli operatori, ognuno consapevole del suo ruolo e quindi in grado di capire fin dove può e deve spingersi nella quotidianità dello stare con quanti vengono accolti. Famiglie e professionisti insieme per una vera accoglienza famigliare, non di “tipo famigliare” come prescrive la normativa. Non si fa famiglia solamente creando ambienti che abbiano lo stile di una normale abitazione (salvo poi mettere una serie di requisiti che poco hanno a che vedere con la casa di una famiglia). Si fa famiglia prima di tutto con una relazione calda, gratuita e reciprocamente attenta di quanti abitano una casa.