San Paolo, Brasile: quando nero è bello

bambinoafricano1Una lezione di accoglienza dallo stato brasiliano di San Paolo. Mentre in Italia esistono Tribunali per i minorenni che emettono ancora “decreti di idoneità razzisti” in cui le coppie possono scegliere il proprio figlio in base al colore della pelle, le coppie brasiliane non chiedono più l’adozione di bambini in base a caratteristiche somatiche.

Un’indagine realizzata dalla Commissione Regionale Giudiziaria per l’Adozione Internazionale di San Paulo rivela che gli aspiranti genitori adottivi non sono più ancorati all’idea di accogliere un bambino dalla pelle chiara come avveniva in passato.

I dati del Tribunale di Giustizia rivelano inoltre che le coppie sono più consapevoli della realtà dei bambini che oggi vivono negli istituti del Paese – ossia bambini non più piccoli e con fratelli – e per questo è diminuita la percentuale di genitori disposta ad adottare minori con meno di 12 mesi.

Dal Registro Nazionale di Adozione emerge che sarebbero 4mila i minori adottabili con un’età compresa tra i 5 e i 18 anni.

Le cose finalmente stanno cambiando. La famiglie si sono accorte che l’anima non ha colore. Fino a qualche anno fa era un tabù adottare un bambino grande, ora non è più così. E questo nuovo modo di pensare si sta diffondendo da San Paolo al Paraná”. Così ha raccontato Hália Pauliv de Souza, mamma e nonna adottiva, psicologa esperta di adozione di San Paolo.

Hália Pauliv de Souza lavora come volontaria da più di dieci anni presso la Sezione Minorile di Curitiba come formatrice delle aspiranti coppie adottive. Ed è proprio lavorando a stretto contatto con le famiglie che si è resa conto del nuovo modo di pensare delle coppie, più aperto all’adozione di bambini grandicelli.