Sardegna. Premiati gli Enti autorizzati con sede sull’isola.

sardegnaArriva dalla Sardegna un esempio da seguire in materia di politiche per l’infanzia, in particolare per quanto riguarda la complessa realtà delle adozioni internazionali. L’assessorato regionale all’igiene, sanità e assistenza sociale ha disposto un finanziamento di 150 mila euro da destinare ai 7 enti autorizzati “per la parziale copertura delle spese di funzionamento delle sedi operative nel territorio regionale”. Tra questi c’è anche Amici dei Bambini che, avendo appunto una sede locale in Sardegna, potrà contare sul finanziamento per le proprie attività a sostegno delle adozioni internazionali.

Un impegno economico che dimostra la sensibilità della Regione per il delicato tema dell’accoglienza, dei minori abbandonati e delle adozioni.

La decisione della Regione Sardegna appare decisamente conforma alla linea di Ai.Bi. in relazione alla cosiddetta “regionalizzazione” degli enti autorizzati, uno dei punti contenuti anche nella proposta di riforma della legge per le adozioni internazionali presentata dalla stessa Ai.Bi. In essa, infatti, si propone che ogni ente disponga “di un’adeguata sede operativa in ciascuna delle regioni o province autonome per le quali è autorizzato a operare in Italia”.

La presenza di una sede regionale comporta, innanzitutto, una potenziale riduzione dei costi delle adozioni internazionali: potendo contare su una sede nel territorio, infatti, le coppie adottive non sarebbero più, in alcun caso, costrette a effettuare viaggi lunghi e costosi per ricevere assistenza e formazione nel corso dell’iter adottivo.

La decisione della Regione Sardegna si colloca pertanto come una sorta di incentivo alla regionalizzazione e quindi come un provvedimento all’avanguardia in questo quadro.

“Impiegheremo parte di queste risorse  – dice Alessandro Cuboni, referente regionale Ai.Bi Sardegna – nella promozione della cultura delle adozioni per cercare di colmare un profondo gap che ci distanzia con le altre regioni italiane”.

Per Cuboni, infatti, “in Sardegna è ancora poco diffusa la cultura dell’accoglienza: per questo metteremo in pratica diverse iniziative di sensibilizzazione sul territorio per andare a spiegare alle coppie la bellezza e il valore aggiunto delle adozioni”.

Altra parte dei finanziamenti regionali saranno utilizzati per il sostegno alle famiglie non abbienti e alla formazione gratuita alle coppie.