Scambio di culla…e l’infanzia di Antonella è un inferno di degrado e violenze. Salvata da una famiglia adottiva

culla termciaVentisei anni a vivere la vita di un’altra. Addosso un nome che non era quello ‘giusto’ e il destino scambiato per sempre.   Lorena ha vissuto la vita di Antonella. E Antonella quella di Lorena. Senza mai saperlo. Erano nate lo stesso giorno, nello stesso ospedale a distanza di 11 minuti l’una dall’altra.

L’inferno vero è toccato a Antonella. Si è trovata catapultata in una vita di stenti e degrado, doveva procurare il cibo per la famiglia ed era anche costretta ad occuparsi della sorella più piccola. Condivideva il letto col fratellino che di notte urinava tra le lenzuola, che restavano le stesse per giorni e giorni. La ‘madre’ non la chiamava quasi mai per nome, ma costantemente con parolacce ed epiteti di ogni tipo. Appena cresciuta, la bambina per sfamarsi non aveva alternative: il ‘padre’ la costringeva ad andare nei campi a raccogliere le angurie oppure ad andare in strada a chiedere l’elemosina. Poi quella famiglia già problematica si sfascia: l’uomo lascia la moglie e va a vivere con un’altra donna, la madre se ne va con un nuovo compagno a Torino. I bambini restano da soli in Puglia. Intervengono i servizi sociali e Antonella nel 2002 viene adottata da una nuova famiglia. La stessa con cui vive oggi a Foggia.

E Lorena? La bimba che papà Michele e mamma Caterina portarono a casa a Trinitapoli, nell’estate del 1989, ha dato loro tanti problemi. «Ha sempre avuto comportamenti strani che mal si conciliavano con realtà familiare in cui viveva – è scritto nelle carte degli avvocati – non voleva andare a scuola, tanto è vero che i genitori hanno dovuto impegnarsi molto per farle completare il ciclo di studi». Compiuti 18 anni è andata a vivere con il fidanzato e poco dopo l’ha sposato. «Ho perso la mia identità – ha detto al suo avvocato quando ha saputo la verità non so più chi sono. È agghiacciante. Cosa farò ora? Come dovrò comportarmi con tutti?».

L’errore è avvenuto nel reparto di ostetricia dell’ospedale di Canosa di Puglia, la sua scoperta è stata una casualità. Lorena osserva tra gli amici di Facebook un ragazzo che le assomigliava in modo disarmante. Lo confida a suo padre e l’uomo avvia le indagini, scoprendo che quel ragazzo era fratello biologico di sua figlia.  Mentre Antonella, da lui rintracciata, ha una compatibilità del 99, 99% con il patrimonio genetico dei genitori di Lorena.

Antonella e i suoi genitori biologici, papà Michele e mamma Caterina, hanno chiesto un risarcimento di 9 milioni di euro alla Regione Puglia per lo scambio di culla avvenuto nell’ospedale di Canosa di Puglia il 22 giugno del 1989. Allo stesso modo Lorena ha citato per danni l’Asl della Provincia di Bari e ha chiesto un risarcimento di 5 milioni di euro. La causa verrà discussa a fine settembre davanti al tribunale di Trani.