Scandalo italiano. 83 bambini, ad oggi, restano ancora in RDC! Per cosa?

bambino congoOstaggi, ormai i nostri figli sembrano solamente essere ostaggi! Di chi? Del nostro Governo e di procedure  burocratiche che sembrano essere infinite, quando sono invece risolvibilissime in pochi giorni.

Sappiamo di usare un termine molto forte, ma in questo momento è proprio così che vediamo i nostri figli. Sì, perché c’è chi ha ricevuto una telefonata il 19 febbraio, chi invece il 17 di marzo, ma il risultato è ancora e sempre quello: nonostante la Repubblica Democratica del Congo non si opponga alla loro partenza, questi bimbi stanno scontando una serie di ingiustificabili ritardi! Sono ancora là…quando potrebbero e dovrebbero essere qui con noi, i loro genitori!

Questa è l’incontrovertibile realtà, con la qualche ci si deve scontrare ogni giorno, 83 bambini, ad oggi, restano ancora in RDC! Per cosa? Perché le pratiche per il loro espatrio non sono ancora state presentate in ambasciata (questo almeno fino a ieri 14 aprile!). La cosa ci sembra inaudita! Com’è possibile che dopo 29 giorni delle ultime telefonate e 59 giorni dalle prime non siano ancora state presentate queste pratiche all’ambasciata italiana di Kinshasa? Com’è giustificabile? Chi deve presentare queste pratiche? A chi sono in mano? Ecco perché abbiamo la sensazione che i nostri figli siano in qualche modo in ostaggio di una burocrazia tutta italiana.

Ci direte: “ma se sono arrivati da poco ben 51 bambini a casa perché non lasciate lavorare chi di dovere”? Sarebbe anche giusto… perché possiamo anche capire che per esigenze logistiche si debba pensare a più aerei e più viaggi, volendo gestire la questione in un certo modo. Non ci dilunghiamo sulle modalità dell’arrivo di questi bambini in Italia, che troviamo agghiaccianti, anche in questo caso l’analogia con la liberazione degli ostaggi non è fuori luogo, diverse sono anche le interrogazioni parlamentari su questa vicenda, ma la domanda è sempre quella: come mai delle nostre pratiche in ambasciata non vi è traccia? Come mai ora è tutto fermo?

Che pena e che colpa devono ancora scontare i nostri figli, più di quanto non sia già successo fino ad ora? Oggi siamo a 933 giorni che sono stati rubati loro! Quanto ancora dovranno attendere? Quali inefficienze dovranno pagare? Ad alcuni di noi risulta che i figli non abbiano ancora il loro passaporto, documento basilare per poter uscire dalla RDC, alcuni di loro addirittura stanno attendendo di poter fare la foto biometrica necessaria per il documento. Alcuni, invece, ci risulta avessero il documento e tutte le carte in regola per essere aggiunti al gruppo dei 51. Perchénon è avvenuto? Quali sono stati i criteri di selezione dei fortunati 51?

Non ce ne vogliate se non saremo tanto politically correct ora… ma al di là della indiscutibile gioia che proviamo innanzitutto per i 51 piccoli arrivati, non potete chiederci di essere completamente felici quando sappiamo che i nostri figli sono ancora lontani da noi oltre 5000 chilometri. Non è facile leggere e vedere la festa degli altri, ma vi assicuriamo che non si tratta di invidia. Di sano egoismo però sì! Perché loro e non noi? Vedere fotografie, leggere nei social di famiglie riunite, provoca gioia e dolore in egual misura. Magari ti capita di vedere che c’è chi è a casa, sapendo la sua sentenza è posteriore a quella di tuo figlio e ti chiedi, inevitabilmente e inesorabilmente il perché di questa cosa.

Perdonateci, infine, un momento di vis polemica. Siamo stati i primi a sostenere che chi era pronto doveva partire, non lo rinneghiamo: è giusto così. Di contro siamo stati accusati di non pensare al bene dei bambini, a che trauma avrebbero vissuto nel veder andare via i loro amici e dover rimanere ancora lì ad attendere. Bene, diversi figli di chi sosteneva questa teoria ora sono a casa, i nostri sono ancora lì… ma adesso però nessuno di loro sostiene più che sarebbero dovuti arrivare tutti insieme?

Fonte: genitoriadottivirdc.altervista.org