Senza natalità non c’è futuro. Il monito di Papa Francesco agli Stati Generali della Natalità

Con i discorsi importanti e molto sentiti di Mario Draghi e Papa Francesco si sono aperti gli Stati Generali della Natalità. Forti i richiami a una visione del futuro che cambi radicalmente punto di vista e riparta mettendo al primo posto la famiglia

Nella mattinata di venerdì 14 maggio hanno preso il via gli Stati Generali della Natalità, in diretta dall’Auditorium della Conciliazione di Roma. Ed è iniziato con il saluto del presidente del Forum delle Famiglie De Palo, che più di tutti si è speso per organizzare questo evento dalla risonanza mondiale, come la presenza del Presidente del Consiglio Mario Draghi e, soprattutto, del Santo Padre Papa Francesco hanno certificato.

Draghi agli Stati Generali della Natalità: mettiamo in atto un cambiamento epocale delle politiche per la famiglia

Draghi è stato il primo a prendere la parola, ringraziando per l’invito e spendendo subito parole molto importanti nell’evidenziare come l’evento degli Stati Generali della Natalità abbia messo in luce una cosa fondamentale: che ogni questione economica e sociale ha prima di tutto una dimensione umana ed etica.
Draghi ha primariamente sottolineato il valore positivo della discussione in atto oggi, che ha tematizzato argomenti come la natalità e la famiglia che in passato sono stati marginali. Costruire una famiglia – ha detto Draghi – è da sempre una delle decisioni che “segna in modo irreversibile” le nostre vite.
In passato si è costruita una contrapposizione che ha avuto conseguenze divisive per la società: volere una famiglia contro successo individualistico. Una divisione in realtà falsa, che non trova riscontro nemmeno nei dati. Le coppie, infatti, vorrebbero avere più figli e, in questo, lo Steso le dovrebbe accompagnarle. Se la natalità è in calo anche in quelle economie che crescono più della nostra, significa che il problema della natalità è ben più profondo e chiama in causa una più generale mancanza di sicurezza e di stabilità.

Da qui ha preso il via la parte più prettamente “politica” del discorso di Draghi, che ha sottolineato come i giovani abbiano bisogno soprattutto di tre cose per guardare al futuro con speranza e serenità: un lavoro certo, la possibilità di avere una casa e un sistema di welfare efficiente riguardo i servizi per l’infanzia. “In Italia – ha sottolineato – siamo indietro su tutti questi fronti”.
Dopo aver ricordato i numeri dell’emergenza, il Presidente del consiglio è passato, quindi, a elencare le misure che il Governo sta prendendo proprio in questo senso, a partire da quell’assegno unico la cui partenza, per lavoratori autonomi e disoccupati è confermata da luglio, mentre verrà estesa a tutti dal 2022. Già da luglio, però, gli importi degli assegni familiari vedranno una crescita. Le risorse stanziate sono 21 miliardi, di cui 6 aggiuntivi rispetto agli attuali strumenti. A queste risorse si sommano quelle elencate nel discorso in parlamento di presentazione del PNRR, che prevedono altri 20 miliardi complessivi in favore di asili nido, scuole dell’infanzia, implementazione del tempo pieno, politiche attive del lavoro…
Draghi ha evidenziato, infine, la portata epocale di tale decisioni, che sono del tipo che non prevede passi indietro: “Non ci si ripensa” –ha detto, concludendo con il richiamo di come sia un’assoluta priorità quella di “Aiutare i giovani a recuperare fiducia e determinazione per tornare a credere nel futuro, investendo in loro il nostro presente”.

“Che società è quella che si vergogna del dono della vita”? Il monito di papa Francesco agli Stati Generali della natalità

Draghi ha poi lasciato la parola a Papa Francesco che, dopo i saluti e i ringraziamenti di rito, ha subito espresso un richiamo che non fa sconti all’attuale società. Una società che scoraggia le donne sul lavoro ad avere figli e le porta a nascondere la pancia. Ma “com’è possibile – ha rimarcato il Pontefice – che una donna debba provare vergogna per il dono più bello che la vita può offrire? Non la donna, ma la società deve vergognarsi, perché una società che non accoglie la vita smette di vivere. I figli sono la speranza che fa rinascere un popolo”. “Dobbiamo mettere al primo posto i figli – ha proseguito il Papa – se vogliamo vedere la luce dopo il lungo inverno”, perché senza figli significa che contano solo gli interessi individuali.
A questo punto il Papa ha richiamato quanto dice il Vangelo: “Là dov’è il tuo tesoro sarà anche il tuo cuore”: qual è, dunque, il nostro tesoro? Cosa ci attrae? La famiglia o il fatturato? Bisogna avere il coraggio di scegliere cosa mettere al primo posto, perché a quello di legherà il nostro cuore. Siamo chiamati, quindi, ad “aprirci alla novità” di ogni vita umana. Vita che è un “dono irripetibile”e i cui talenti servono “a tramandare di generazione in generazione il primo dono di Dio: il dono della vita”.

Il Papa ha poi dedicato un secondo pensiero legato alla parola “sostenibilità”, che non deve essere intesa solo in senso economico e ambientale, ma anche “generazionale”. Perché una crescita sostenibile passa inevitabilmente dalla famiglia: “Non c’è mai stata una ripresa senza un’esplosione di nuove nascite” – ha detto. Da qui il richiamo a non seguire modelli di crescita “miopi”, che puntano solo a qualche frettoloso aggiustamento. Le cifre drammatiche delle nascite e della pandemia chiedono cambiamenti radicali e responsabilità, in un quadro nel quale la famiglia e la scuola devono essere centrali. Scuola intesa non come luogo in cui si ricevono nozioni, ma che è tempo privilegiato per incontro e crescita umana. Perché “a scuola si matura non solo con i voti, ma con i volti che si incontrano”.
Non assenti da un richiamo anche il mondo dello sport, dello spettacolo e dell’informazione, chiamati a promuovere una cultura del futuro che non si basi su visioni individualistiche che mirino semplicemente al soddisfacimento dei bisogni. “Urge – ha concluso Papa Francesco – una cultura che coltivi la chimica dell’insieme, il valore del sacrificio”. Perché è bello sognare di costruire un futuro, e “Senza natalità non c’è futuro”.