Siria, ancora una strage degli innocenti: 25 bambini uccisi nell’Est nel Paese. La guerra non rispetta neppure il Ramadan: oltre 500 vittime nel mese sacro dell’Islam

macerie in siriaLa Siria in tempo di Ramadan è diventata, se possibile, un inferno ancora peggiore di quello che era prima. Dall’inizio del mese sacro dell’Islam, cominciato il 6 giugno, infatti, sono oltre 500 i civili uccisi in un Paese martoriato da più di 5 anni di guerra e di atrocità di ogni genere. Gran parte di loro sono donne e bambini, che vanno ad aggravare ulteriormente il bilancio di questa infinita strage degli innocenti in corso in Siria.

Le ultime tragiche notizie arrivano dalla parte orientale del Paese. L’area a sud-est della città di Deir Ezzor, nella regione di Al-Quriyah, è stata oggetto di una serie di attacchi aerei che hanno provocato la morte di almeno 82 persone, di cui 58 erano civili. I bambini che hanno perso la vita sarebbero 25. Venticinque piccole vite strappate ai sorrisi dell’infanzia e alla speranza in un futuro di pace da parte di aerei che hanno deciso di colpire alcune delle zone di maggiore traffico della città. Tra i bersagli colpiti dai raid anche una moschea proprio durante l’orario della preghiera.

Le 82 vittime del sabato di sangue di Deir Ezzor si vanno quindi ad aggiungere ai 464 civili uccisi nei primi 15 giorni di Ramadan, secondo le stime effettuate dall’Osservatorio siriano per i diritti umani. Le modalità con cui la popolazione inerme perde la vita nel conflitto in Siria sono le più diverse. Dal 6 giugno i raid dell’aviazione e i barili bomba lanciati dagli elicotteri hanno ucciso 269 persone, di cui 79 bambini e 36 donne. Cinquantuno invece le vittime dei razzi e del fuoco dell’artiglieria, compresi 9 donne e altrettanti bambini. In tre, tra cui un minore, sono rimasti vittime delle precarie condizioni sanitarie, mentre altre 21 persone, di cui 7 bambini, hanno perso la vita a causa dell’esplosione di una mina o perché coinvolti in una sparatoria.

Accanto alle centinaia di vittime non si devono dimenticare i milioni di siriani che, a causa del conflitto, hanno perso tutto: una casa in cui vivere, un lavoro con cui mantenersi, spesso anche una parte della propria famiglia. Sono circa 8 milioni i siriani che hanno dovuto lasciare la propria città per sfuggire ai combattimenti. Sono gli sfollati interni: persone che non hanno più nulla e che per sopravvivere possono solo confidare in un aiuto esterno. Quell’aiuto che può arrivare da tutti noi. Attraverso una donazione a favore della campagna Non lasciamoli soli, promossa da Amici dei Bambini in Siria, si potranno sostenere gli interventi di prima e seconda emergenza che Ai.Bi. realizza in 4 delle più devastate aree del Paese: quelle di Idlib, Aleppo, Homs e Rural Damasco. Qui Ai.Bi. è impegnata nel garantire sostegno alimentare e sicurezza dei minori. Una missione difficile che non possiamo non portare avanti: per questo serve il contributo da parte di tutti.

 

Fonti: Globalist, Ultima edizione, El Mundo