Siria. Dopo 6 anni di guerra, ancora drammi per i bambini di Aleppo: l’Isis chiude i rubinetti e mezza città rimane senza acqua

aleppo assedioAcqua, carburante, elettricità, medicine. Nell’infinito elenco dei beni di prima necessità che mancano ormai in modo cronico alla popolazione siriana stremata da quasi 6 anni di guerra, oggi ci concentriamo su questi 4. La cui grave carenza paralizza di fatto milioni di famiglie e contribuisce a togliere speranza a uomini, donne e bambini di un Paese ormai distrutto.

Ad Aleppo si sta registrando la più grave crisi idrica che si ricordi. Una parte della città, la zona di al-Kafsa, è ancora sotto il controllo dell’Isis che ha chiuso i canali che conducono l’acqua alla stazione di pompaggio. Per approvvigionarsi di risorse idriche sono rimasti ormai solo i pozzi in città, ma i generatori per il pompaggio funzionano a orari sempre più dirotti.

Questo a causa della penuria di gasolio che ha lasciato fermi anche molti autoveicoli. La crisi dei carburanti paralizza il traffico e crea code anche di 3 ore ai distributori per i rifornimenti razionati. Taxi e mezzi pubblici sono quasi del tutto bloccati e questo obbliga la gente a spostarsi a piedi camminando anche per ore, con tutti i pericoli di un Paese in guerra. La mancanza di carburante si fa sentire anche nelle case, dove quasi sempre manca il riscaldamento perché il metano è diventato quasi introvabile e le bombole del gas si reperiscono solo al mercato nero.

Nel frattempo anche la fornitura di energia elettrica è stata razionata: l’erogazione avviene solo 5 volte al giorno a riprese di non più di un’ora ciascuna.

La situazione non è migliore nei Paesi confinanti che ospitano centinaia di migliaia di rifugiati. La carenza di acqua e di elettricità è pesante anche in Libano per almeno 365mila siriani che vivono in insediamenti informali e non possono permettersi di pagarsi le cure mediche. Non migliore, da quest’ultimo punto di vista, la situazione della Giordania, dove l’elevato numero di rifugiati ha messo una forte pressione sul sistema sanitario del Paese. Così, i profughi siriani non hanno accesso all’assistenza medica e vedono gli effetti delle malattie croniche – ipertensione, diabete o patologie cardiovascolari – generare conseguenze gravissime e spesso mortali.

Amici dei Bambini è impegnata ogni giorno per limitare l’incidenza di tutto questo sui bambini e le famiglie siriane. Con il suo progetto Non lasciamoli soli, fino a oggi, Ai.Bi. è riuscita a fornire supporto alimentare, psicologico e sanitario a oltre 35mila minori e alle loro famiglie. Ma in un Paese in cui più di 13,5 milioni di persone hanno dovuto abbandonare la propria casa e 6 milioni di bambini hanno bisogno di aiuti umanitari urgenti, ciò che occorre fare è ancora tantissimo. Per questo ti chiediamo di aiutarci a sostenere i nostri interventi di prima e seconda emergenza nelle aree di Aleppo, Idlib, Homs e Rural Damasco. Il progetto più grande che ci vede impegnati in Siria è quello per la costruzione di un ospedale pediatrico in condizioni di totale sicurezza, capace di assistere fino a 300 pazienti al giorno e dotato di servizi di emergenza e reparti di ostetricia, ginecologia e neonatologia, con 35 posti letto e 19 incubatrici.
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