Siria. Forno bombardato. Nel video di sorveglianza le immagini degli ultimi secondi prima dell’attacco aereo. Ora per migliaia di famiglie di Binnish è lotta per il pane

Forno Binnish 5Una normale giornata di lavoro. Una come tante altre in cui si è intenti nelle proprie mansioni: quelle di togliere le forme di pane appena sfornate dal nastro per metterli nei sacchi e distribuirle alle tante famiglie in attesa di quella pagnotta: perché in centinaia in quel forno umanitario hanno la loro unica fonte di sussistenza. Ma all’improvviso un attacco aereo, un missile aria-terra di precisione, distrugge tutto mandando in cenere panetteria e vite umane.

Siamo in Siria, a Binnish, dove ogni giorno è una lotta per la sopravvivenza e dove lo scorso 22 luglio una bomba ha distrutto l’unico forno “umanitario” del Paese che in 5 mesi ha dato a mangiare a oltre 6.000 persone. Un sogno a lungo atteso dai locali, reso possibile grazie all’intervento di Amici dei Bambini, in partnership con l’Associazione Syrian Children Relief e che ora è solo un mucchio di detriti. Un video della telecamera di sorveglianza del forno ha ripreso le immagini degli ultimi secondi prima del bombardamento.

Quando a gennaio 2015, a Binnish, nel nord della Siria, è stato aperto, tutta la popolazione aveva festeggiato. Era una speranza per tutti loro. Cominciava, allora, la distribuzione di pane a condizioni senza precedenti, per questa cittadina sita a pochi chilometri dalla città di Idlib, capoluogo dell’omonimo Governatorato: gratis per circa 600 famiglie considerate tra le più bisognose e vulnerabili dell’area, e in vendita a prezzi calmierati per altrettante famiglie del luogo. Per 5 mesi, oltre 6.000 persone hanno potuto beneficiare di questa occasione straordinaria.

Ora quel forno, la cui gestione era affidata all’associazione locale di volontariato Goth, non c’è più: il 22 luglio un raid aereo ha reso inagibile il forno, gettando nuovamente la comunità nel bisogno. Il forno, come si vede nel video, è stato colpito da un missile aria-terra di precisione, che ha danneggiato l’edificio ospitante per il 60% e i macchinari per circa il 45%. Ma il danno più grave si registra a livello di vite umane: ben due persone dello staff che seguiva le attività di produzione e distribuzione del pane, infatti, sono rimaste uccise nell’attacco, mentre altre sette sono rimaste ferite, due in modo critico. Lo stesso ex Capo Progetti e storico collaboratore di Ai.Bi. in Siria, tuttora coinvolto nella gestione del forno, si trovava nelle vicinanze al momento dell’esplosione e ha riportato, fortunatamente, solo ferite superficiali.

Due anni di lavoro, fatiche e speranze sono dunque finiti in cenere, o quasi.

Durante l’intero arco del progetto, Ai.Bi. ha fornito il supporto essenziale all’operatività della panetteria attraverso l’acquisto e la consegna della farina e dei relativi ingredienti necessari alla cottura del pane, nonché tramite la fornitura di gasolio per il funzionamento del generatore che alimenta i macchinari. In media, la produzione giornaliera si è assestata sulle due tonnellate.

Per ragioni di sicurezza, già ai tempi dell’avvio del progetto Ai.Bi. e Syrian Children Relief si erano premurate di organizzare la consegna e la vendita del pane per punti di distribuzione, al fine di scongiurare pericolosi assembramenti di persone in prossimità del forno e minimizzare i rischi legati agli attacchi aerei. Un espediente, questo, che può aver contribuito a salvare la vita dei tanti beneficiari che in questi mesi si sono recati ad acquistare il pane nei diversi angoli della città, ma che purtroppo, alla lunga, si è rivelato inefficace.

Ai.Bi., dal canto suo, si è già mobilitata per denunciare quanto accaduto alla comunità umanitaria in Turchia e spera di poter presto attivare i canali e la risorse utili per venire, ancora una volta, in soccorso alla martoriata popolazione di Binnish. Mai come ora, infatti, la lotta per il pane in Siria si sta trasformando in una vera e propria sfida per affermare il desiderio di identità, pace e giustizia del popolo siriano.