Siria. Il forno di Binnish: breve storia di un sogno infranto per colpa di una bomba

forno-siria-campagnaNei primi giorni di gennaio 2015, a Binnish, nel nord della Siria, la popolazione festeggiava l’apertura del primo forno “umanitario” del paeseun sogno a lungo atteso dai locali, reso possibile grazie all’intervento di Amici dei Bambini, in partnership con l’Associazione Syrian Children Relief.

Cominciava, allora, la distribuzione di pane a condizioni senza precedenti, per questa cittadina sita a pochi chilometri dalla città di Idlib, capoluogo dell’omonimo Governatorato: gratis per circa 600 famiglie considerate tra le più bisognose e vulnerabili dell’area, e in vendita a prezzi calmierati per altrettante famiglie del luogo. Per 5 mesi, oltre 6.000 persone hanno potuto beneficiare di questa occasione straordinaria.

Durante l’intero arco del progetto, Ai.Bi. ha fornito il supporto essenziale all’operatività della panetteria attraverso l’acquisto e la consegna della farina e dei relativi ingredienti necessari alla cottura del pane, nonché tramite la fornitura di gasolio per il funzionamento del generatore che alimenta i macchinari. In media, la produzione giornaliera si è assestata sulle due tonnellate.

Di recente, Ai.Bi. ha potuto assicurare altri 5 mesi di sostegno indiretto al forno tramite l’acquisto di oltre 17.000 chili di pane al mese per 1.160 famiglie sfollate nei dintorni di Binnish, come parte di un progetto che prevedeva la distribuzione di ceste alimentari.

Da qualche mese, a occuparsi della gestione diretta del forno era l’Associazione locale di volontariato Goth, che portava avanti le attività della panetteria con il supporto occasionale di alcune organizzazioni locali e internazionali; in questo modo, è stato possibile mantenere dei prezzi accessibili per la popolazione locale, duramente segnata da cinque anni di violenze e privazioni. Questo fino a venerdì scorso, 22 luglio, quando un raid aereo ha reso inagibile il forno, gettando nuovamente la comunità nel bisogno.

Per ragioni di sicurezza, già ai tempi dell’avvio del progetto Ai.Bi. e Syrian Children Relief si erano premurate di organizzare la consegna e la vendita del pane per punti di distribuzione, al fine di scongiurare pericolosi assembramenti di persone in prossimità del forno e minimizzare i rischi legati agli attacchi aerei. Un espediente, questo, che può aver contribuito a salvare la vita dei tanti beneficiari che in questi mesi si sono recati ad acquistare il pane nei diversi angoli della città, ma che purtroppo, alla lunga, si è rivelato inefficace.