Siria. In una guerra senza regole, ad Aleppo è strage negli ospedali. Con Ai.Bi. si può salvare quel che resta di una città simbolo di fratellanza

macerie in siria“Anche in guerra ci sono delle regole”, ha ricordato il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon. Ma nel conflitto siriano vengono continuamente disattese, non avendo pietà neanche dei bambini e dei malati negli ospedali. Nella serata di martedì 3 maggio hanno fanno il giro del mondo immagini già viste e riviste provenienti da Aleppo, la “nuova Sarajevo”. Ma non si tratta di replay. Sono le immagini di un nuovo attacco a un ospedale della più grande città della Siria. A essere colpito questa volta è il nosocomio di Al Dbait. Il bilancio di questo raid, secondo la tv di Stato di Damasco, è di “14 morti e decine di feriti”. Nelle stesse ore l’Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus) parlava di 19 persone uccise e altre 80 ferite nel corso dei bombardamenti su vari quartieri di Aleppo, ma non precisava il numero delle vittime rimaste sotto le macerie dell’ospedale. Probabile quindi che il conto finale sia peggiore di quello effettuato in un primo momento.

Aleppo è teatro di una vera e propria strage degli ospedali. L’attacco ad Al Dbait segue di pochi giorni quelli ad Al-Quds, di cui è rimasto vittima l’ultimo pediatra ancora presente in città, e quello a un centro medico gestito da una organizzazione non governativa canadese, per fortuna evacuato in tempo.

È in questo quadro, davanti a un dramma umanitario senza precedenti, che Amici dei Bambini ha deciso di intensificare i suoi sforzi. Già presente nelle provincie settentrionali della Siria, Ai.Bi. non può rimanere indifferente di fronte a migliaia di bambini che non hanno più la casa, i genitori, un luogo sicuro in cui stare, la speranza in un futuro. E che in ogni momento rischiano di perdere anche quel poco che è rimasto loro. Ecco perché ciò che si è fatto fino a oggi non basta più. È necessario dare continuità agli aiuti forniti alla popolazione di Aleppo. Per questo Ai.Bi. ha ampliato le possibilità di supportare gli sfollati di questa martoriata città: oltre al Sostegno a Distanza, ora si può inviare anche una donazione libera a favore della campagna Non lasciamoli soli. Nello specifico, con 15 euro si potrà donare un chilo di pane a 30 bambini sfollati e ai loro genitori e fratelli. Con 32 euro si fornirà a una famiglia una cesta di alimenti base composta da the, passata di pomodoro, zucchero, lenticchie, olio vegetale, riso, burghul, patate e pane. Basteranno 60 euro invece per offrire un intero mese di supporto psicologico a 10 bambini siriani per il recupero dallo stress post-traumatico. Mentre con una donazione un po’ più generosa, pari a 107 euro, si contribuirà a garantire un mese di ludoteca a un bambino siriano che qui potrà trovare protezione, vestiti, diritto al gioco e sostegno psicologico. Rafforzare gli interventi compiuti fin’ora, quindi: dare continuità e andare oltre la distribuzione di razioni alimentari “ready to eat” che già hanno portato sollievo a circa 3mila sfollati di Aleppo.

Il sogno è quello di rivedere un giorno la città più mista e tollerante della Siria, in cui musulmani, cristiani ed ebrei vivevano negli stessi quartieri. “Per un anno – racconta lo scrittore Charles Glassproprio il carattere cosmopolita della città ha illuso i suoi abitanti di poter evitare l’inferno che stava ingoiando il resto della Siria”. Poi, però, l’inferno è arrivato anche qua. E la sta bruciando senza risparmiare nessuno. Non possiamo rimanere indifferenti davanti a tutto questo!

 

Fonti: Il Fatto Quotidiano, Il Gazzettino

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Emergenza Siria