Siria. Interventi di prevenzione emigrazione: partiti i corsi di formazione psicosociale di Ai.Bi. per accompagnare 4mila bambini oltre il dramma della guerra

formazione operatori psicosocialiSostegno a distanza Siria Prendere per mano i bambini i siriani e accompagnarli oltre il dramma della guerra, verso il sogno di ricostruire il proprio futuro nella terra in cui sono nati. È questo lo scopo dei nuovi corsi di formazione in ambito psicosociale, organizzati da Amici dei Bambini in collaborazione con il suo partner Shafak Organization, che, dopo settimane di preparativi, hanno finalmente preso il via.

Nel corso dei prossimi mesi, oltre 100 operatori che lavorano a contatto con i bambini in apposite strutture di accoglienza, tra le province di Idlib e Aleppo, verranno formati da una task force di 4 trainers, che fornirà loro le conoscenze e gli strumenti utili per aiutare migliaia di minori ad affrontare i traumi e le problematiche legate alla guerra.

L’iniziativa si inserisce nel contesto di un progetto di “capacity building” finanziato dalle Nazioni Unite. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di rafforzare le competenze di insegnanti, educatori e animatori nel nord della Siria, per compensare la carenza di figure professionali in un contesto caratterizzato dalla continua emergenza e dal crescente bisogno di interventi a sostegno e protezione dell’infanzia.

A metà marzo la guerra civile in Siria è entrata ormai nel suo sesto anno. I recenti sviluppi militari che hanno riguardato l’area di Aleppo – una delle due in cui sono stati attivati i percorsi formativi – hanno reso necessaria una revisione delle zone d’azione per ragioni di sicurezza. Nonostante questo, Ai.Bi. e Shafak saranno in grado di raggiungere, con i corsi di formazione, una dozzina di strutture che ospitano in totale oltre 4mila bambini, di cui molti sfollati. Insieme a loro, gli operatori – una volta formati – realizzeranno delle attività ludico-terapeutiche, che si svolgeranno in due cicli dalla durata di due mesi ciascuno.

Durante questa fase del progetto, la task force di formatori specializzati condurrà anche apposite attività di monitoraggio e valutazione, per verificare che il percorso di accompagnamento dei minori si svolga in linea con gli obiettivi di progetto, e accertarsi che al primo posto venga sempre messo il benessere dei piccoli beneficiari.

Aiutare i bambini a superare i traumi legati alla guerra è il primo decisivo passo per permettere loro di avere un futuro di speranza e di pace nel proprio Paese. Un intervento quanto mai importante soprattutto alla luce del fatto che sono sempre di più i siriani che non vogliono lasciare la propria terra, coscienti del fatto che tentare la via dell’emigrazione si sta trasformando progressivamente in una trappola. Lo dimostrano le cronache di ogni giorno che ci raccontano di barconi affondati nel Mediterraneo, con decine di vittime tra cui tanti bambini, e di migliaia di profughi ammassati in campi improvvisati, al freddo e nel fango. Sono 6,5 milioni i siriani sfollati interni a cui la guerra ha tolto tutto. Circa 12mila di questi sono i destinatari degli aiuti che Ai.Bi., in collaborazione con le Nazioni Unite, invia mensilmente sotto forma di ceste alimentari. Il tutto nell’ambito della campagna di sostegno a distanza per la prevenzione dell’emigrazione Io non voglio andare via, che si realizza con una serie di interventi di prima e seconda emergenza sempre nelle zone di Aleppo e Idlib. Di quei 6,5 milioni, quasi la metà sono bambini che non ricordano altro che scene di violenza, sofferenza e morte. Ma che vogliono continuare a crescere nella propria terra. È in questo contesto che si inserisce l’intervento di formazione psicosociale condotto da Ai.Bi. Un’intera generazione di siriani rischia di essere cancellata, dicono gli esperti: un allarme che non possiamo permettere che si trasformi in realtà.