Siria. La tregua regge: ora 11 milioni di persone attendono gli aiuti umanitari. Ai.Bi. in prima linea per un nuovo ospedale pediatrico

tregua-in-siriaSono passate le prime 36 ore dall’entrata in vigore della tregua in Siria e il cessate il fuoco sembra sostanzialmente reggere. Una situazione di calma, seppure fragile, che lascia ben sperare: è il momento giusto per portare sollievo a una popolazione  stremata da 5 anni e mezzo di guerra e che da mesi non riceve aiuti umanitari. È in questo contesto che Amici dei Bambini, presente nel Paese già da 3 anni, ha deciso di intensificare ulteriormente il suo intervento e impegnarsi per la costruzione di un nuovo ospedale pediatrico.

La tregua, concordata venerdì 9 settembre a Ginevra tra Stati Uniti e Russia e accettata sia dal governo di Damasco che dalle forze ribelli, è entrata in vigore al tramonto di lunedì 12. Dovrebbe durare 7 giorni e prevede la fine dei combattimenti, tranne che sulle formazioni islamiste dell’Isis e di Al-Nusra. Nel primo giorno “la calma sembra aver prevalso con solo alcuni incidenti sporadici e geograficamente isolati”, ha detto l’inviato delle Nazioni Unite per la Siria Staffan De Mistura. Lettura confermata anche dall’Osservatorio siriano per i diritti umani (Ondus) che ha parlato del “cessate il fuoco finora di maggior successo” dall’inizio della guerra.

È un’occasione da non perdere, dunque, per portare sostegno alla popolazione di un Paese che, a causa del conflitto, da marzo 2011 ha contato oltre 300mila morti, di cui 86mila civili e 15.100 bambini e adolescenti. L’accordo tra Mosca e Washington invita le parti in lotta a garantire l’accesso degli aiuti umanitari destinati ai 5,5 milioni di sirani che vivono nelle aree assediate e difficili da raggiungere, dove cibo e forniture mediche mancano disperatamente. In particolare ad  Aleppo, dove negli ultimi 2 mesi non è entrato neanche un convoglio umanitario, mentre i bombardamenti hanno continuato a uccidere centinaia di persone e decine di bambini.

Quella siriana è divenuta la più grande crisi umanitaria del mondo. L’economia del Paese si è ridotta del 40%, oltre 13 milioni di persone – tra cui 6 milioni di bambini – hanno bisogno di aiuti. L’aspettativa media di vita è crollata a poco più di 20 anni e oltre 11 milioni di persone necessitano di assistenza sanitaria.

Cifre drammatiche che hanno persuaso Ai.Bi. a non perdere un minuto di più e ad accrescere il proprio impegno a favore della popolazione siriana. La costruzione di un nuovo ospedale pediatrico, realizzato in un ambiente assolutamente protetto, è la prossima grande sfida. Una sfida che si potrà sostenere a partire già da sabato 17 settembre con un sms o una chiamata solidale a favore della campagna Bambini in Alto Mare. Portando medicinali e cure mediche nel cuore della Paese, si potrà donare ai piccoli siriani la possibilità di tornare a una vita dignitosa nella loro terra, evitando che, come troppe volte accade, finiscano per salire, con le loro famiglie o da soli, su quei barconi su cui rischierebbero di colare a picco nel Mediterraneo. Per loro il mare deve continuare a essere un luogo in cui giocare, come per tutti i bambini, e non in cui morire.

 

Fonti: Ansa, Askanews, Al Jazeera