Siria. “Lavoriamo nella spazzatura per 20 euro al mese: ma solo così la nostra famiglia può mangiare”. La forza dei bambini di Aleppo alla ricerca di speranza e di luoghi sicuri

 

tregua-in-siriaPuò un bambino ringraziare Dio per poter passare tutta la giornata a rovistare tra la spazzatura e far parte di una famiglia di 8 persone costretta a sopravvivere con poco più di 20 euro al mese? Sì, se il bambino è di Aleppo. Nella città martire della Siria ogni giorno l’incubo delle bombe diventa realtà e i bambini hanno ormai imparato a convivere con la violenza. Ritenendosi fortunati di avere ancora una famiglia e poter lavorare. Le testimonianze che si possono raccogliere nei luoghi più degradati di una città ridotta ormai a un cumulo di macerie sono quanto di più drammatico si possa immaginare. “Ho 12 anni, raccolgo lenzuola e altre cose – racconta il ragazzino che ringrazia Dio per questo -. Accendiamo il fuoco per farne  benzina. Guadagniamo 500 lire siriane al mese. Siamo in 8 a dover sopravvivere con questi soldi. Non c’è cibo né acqua e tutto costa troppo. Ma almeno in questo modo mangiamo”.

I verbi al plurale ci fanno capire che non è solo. Sono decine i bambini di Aleppo che passano la giornata alla ricerca di materiali di scarto che possano essere trasformati in carburante. “La mattina attacco alle 7 – descrive la sua quotidianità Ahmed, 10 anni -. Preparo due consegne. Lavoro 8 ore, poi vado a mangiare e poi torno a lavorare”.

E questi sono i fortunati. Perché c’è anche chi, a causa di uno dei tanti bombardamenti che ormai ogni giorno affliggono la città, ha perso un fratello e una gamba. È il caso di un ragazzino intervistato dall’Ansa. Seduto su un marciapiede di Aleppo, con uno sfondo fatto di macerie e palazzi distrutti, racconta la sua vicenda: “Andammo in ospedale, mi bendarono la gamba e dissero ai miei genitori che non era niente di serio, che mi ero solo rotto la gamba. Dopo un’ora e mezza me l’hanno tagliata”.

Poi ci sono i bambini che non potranno neanche più raccontare la loro storia. Altri 5  hanno perso la vita lunedì 17 ottobre, rimasti vittime, insieme ad almeno altre 7 persone, di un raid aereo che ha colpito Aleppo. Secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani, i bombardamenti hanno colpito le abitazioni civili nei quartieri orientali della città dove sono in corso combattimenti tra forze fedeli al regime di Damasco e insorti.

Per donare speranza all’infanzia siriana, nella mattina di martedì 18 ottobre, un milione di bambini di tutto il mondo si è idealmente unito nella recita del Santo Rosario. L’iniziativa, ideata dalla Fondazione di diritto pontificio “Aiuto alla Chiesa che soffre”, raccoglie l’invito di san Pio da Pietrelcina che affermava: “Se un milione di bambini  pregherà il Rosario, il mondo cambierà”.

Ed è quanto mai necessario cambiare un mondo in cui, in un Paese come la Siria, la guerra ha ucciso fino a oggi 11.500 bambini e costretto oltre 5milioni di minori a fuggire dalle proprie case. Inoltre 2 milioni di bambini hanno lasciato la scuola e un istituto scolastico su 4 è stato distrutto. Senza contare un sistema sanitario totalmente al collasso. È per questo che Amici dei Bambini ha deciso di potenziare il proprio impegno in Siria. Da qualche tempo, infatti, si sta lavorando per la realizzazione di un nuovo ospedale pediatrico in condizioni di assoluta sicurezza, ricavato nella roccia sotto una collina. Un centro sanitario raggiungibile da 450mila civili, capace di prendersi cura di 300 pazienti al giorno, con 35 posti letto, 19 incubatrici e reparti di ginecologia, ostetricia e neonatologia. Ma per trasformare tutto questo in realtà, è necessario anche il tuo contributo che potrai offrirci attraverso una donazione  alla campagna Bambini in Alto Mare o un versamento al conto corrente postale 3012 intestato ad Amici dei Bambini.

 

Fonti: Ansa, Il Sole 24 Ore, Radio Vaticana