Siria. L’orrore nei dati dell’UNICEF: un bambino ucciso ogni 10 ore. Ai.Bi. in prima linea. Perché l’#Accoglienzanonsiferma

Bambini vittime principali anche da un punto di vista psicologico di un conflitto che dura ormai da nove anni. Tu puoi fare la tua parte. Non lasciamoli soli

Un bambino ucciso ogni 10 ore. Il dato, terribile, arriva dalla Siria, Paese in guerra da ormai nove anni senza sosta. A lanciare l’allarme è l’UNICEF. “La guerra contro i bambini in Siria è stata una delle più brutali della storia recente. Da quando è iniziata la crisi sono nati quasi 6 milioni di bambini siriani. Non conoscono altro che la guerra e lo sfollamento. In media, in Siria è stato ucciso un bambino ogni 10 ore a causa della violenza, e più di 2,5 milioni di bambini sono stati sradicati e costretti a fuggire nei Paesi vicini in cerca di sicurezza”, ha commentato il presidente di UNICEF per l’Italia, Francesco Samengo.

L’agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia ha presentato i risultati di un sondaggio d’opinione condotto recentemente da Gallup International e ORB International. Attraverso l’indagine faccia a faccia è stato chiesto ai siriani in Siria, Giordania e Libano quali fossero le maggiori sfide e preoccupazioni che loro e i loro figli devono affrontare a quasi un decennio dall’inizio della guerra. L’indagine ha raggiunto 3.500 siriani, mirando a dare voce alle famiglie siriane, evidenziando l’impatto della guerra e del conflitto, e a contribuire a delineare il modo migliore per rispondere ai bisogni che le famiglie hanno individuato per andare avanti. Inoltre, secondo il sondaggio, i siriani hanno dichiarato che i bambini hanno pagato il prezzo più alto in questo conflitto. I danni psicologici e l’impatto sulla salute mentale sono stati identificati come gravi quanto le ferite fisiche. La maggior parte dei siriani intervistati ha sperimentato in prima persona lo sfollamento, il ferimento o la morte di una persona cara.

Siria. L’orrore dei bambini. Ferite anche psicologiche

“In questo sondaggio, i siriani ci raccontano come la guerra ha influenzato direttamente la loro vita e quella dei loro figli e semplicemente come sono sopravvissuti a una delle guerre più brutali della storia recente – ha dichiarato Ted Chaiban, direttore regionale dell’UNICEF in Medio Oriente e Nord AfricaÈ ovvio che le ferite siano profonde e che l’impatto sulla salute mentale dei siriani sia enorme. Sappiamo anche da questo sondaggio che l’istruzione per i bambini e la povertà sono tra le principali preoccupazioni e le sfide principali”.

Tra le zone più martoriate del Paese, il primo posto spetta sicuramente all’area nord-occidentale, soprattutto quella del Governatorato di Idlib. Qui opera, unica realtà umanitaria italiana in questa zona, Ai.Bi. – Amici dei Bambini, insieme al partner locale Kids Paradise. Dopo una serie di interventi realizzati dal 2014 a oggi, Ai.Bi. progetta ora una serie di nuove attività aventi come scopo il rafforzamento della resilienza della popolazione in stato di bisogno oltre alla generazione di fonti di sussistenza. Si progetta così la realizzazione di serre per la produzione di verdura oltre alla distribuzione di foraggio e cicli di vaccini per gli animali come anche, possibilmente, la distribuzione di bestiame. Attività, queste, peraltro già svolte in passato da Ai.Bi. nella medesima regione. Inoltre, tuttavia, l’equipe di Ai.Bi. sta progettando un intervento volto alla valorizzazione della filiera produttiva del grano siriano.

Siria. L’orrore dei bambini. Le azioni di Ai.Bi.

L’approccio di Ai.Bi. è importante perché il supporto alle famiglie fa sì che i genitori possano fare meno ricorso a quei meccanismi di difesa negative e di strategie comportamentali disadattive come possono esserle il lavoro minorile così come anche, a volte e purtroppo, il matrimonio precoce.

Sia le azioni già svolte che quelle previste per il futuro sono possibili grazie alla campagna di Amici dei Bambini “Emergenza Coronavirus. L’#Accoglienzanonsiferma“.

Una campagna cui anche tu puoi contribuire.

Dona subito, non lasciamoli soli: https://www.aibi.it/ita/emergenza-coronavirus/