Siria. Nella “scatola della morte” di Aleppo, anche l’acqua è un pericolo per migliaia di bambini. Negli ospedali al collasso anche ferite lievi diventano letali

aleppo assedio“Kill box”. Il lessico della guerra, tradizionalmente creativo, ha coniato un macabro soprannome anche per Aleppo, la città più colpita dal conflitto siriano. Tanto da essere definita “scatola assassina” o “scatola della morte”. Soprattutto per i bambini che continuano a morire o a rimanere feriti o orfani a causa dei bombardamenti. E se non perdono la vita sotto le bombe, rischiano di farlo contraendo malattie provocate dalla malnutrizione, dall’acqua contaminata, dalle mancate cure da parte di un sistema sanitario al collasso.

Dal 23 settembre, giorno in cui è terminata la fragile tregua a cui si era arrivati pochi giorni prima grazie a un’intensa mediazione internazionale, i bambini morti ad Aleppo sono 114. A cui bisogna aggiungere i 320 rimasti feriti: una media di 17 al giorno. Si è calcolato che dall’inizio del conflitto, nel marzo 2011, nella sola Aleppo hanno perso la vita 5.200 minori.

In questo scenario, i bambini sono i primi a pagare le conseguenze delle violenze attuali e a perdere la speranza nel futuro. Sanno bene che, anche riuscendo a scampare ai bombardamenti, la loro vita sarebbe comunque costantemente in pericolo. Anche bere dell’acqua è divenuto un rischio. Alcune pompe d’acqua sono state colpite dagli attacchi aerei. Le razioni idriche sono quindi ridotte per tutti e la poca acqua che c’è è spesso inquinata e non potabile. Di conseguenza, un numero enorme di bambini si presenta in ospedale affetto da dissenteria e disidratazione. E non solo: “Stiamo assistendo a molti casi di epatite, dovuti alla mancanza di acqua potabile – dice il dottor Hassan Nerabani, della Direzione della Salute di Aleppo -. La carenza di cibo e di latte per l’infanzia sta anche portando ad alcuni gravi casi di malnutrizione”. In genere i programmi sanitari pediatrici sono stati limitati o interrotti. “In precedenza si effettuavano campagne porta a porta di vaccinazione contro la polio – spiega ancora il dottor Nerabani -, ma ora queste non sono più possibili. Il numero di équipe mediche che lavorano nella zona est di Aleppo sono insufficienti. La loro priorità è salvare vite umane, sopraffatte dall’enorme numero di feriti di guerra”. Così, ferite che potrebbero essere curate facilmente diventano letali per mancanza di medicine e carenza di staff sanitario.

È sempre più evidente quindi come i bambini siriani abbiano bisogno di luoghi sicuri, al riparo dai bombardamenti. Soprattutto ospedali. Cosciente di questo, Amici dei Bambini ha deciso di potenziare il suo impegno in Siria con la costruzione di un nuovo ospedale pediatrico ricavato nella roccia sotto una collina. Un’impresa ambiziosa che richiede il sostegno di tutti noi: anche tu puoi donare il tuo “mattoncino”, per garantire speranza ai bambini vittime della guerra. Puoi farlo attraverso una donazione alla campagna Bambini in Alto Mare o un versamento al conto corrente postale 3012 intestato ad Amici dei Bambini.

 

Fonte: Reliefweb