Spagna: 261 casi di neonati scomparsi e adottati illegalmente

Oltre 200 persone ieri si sono riunite di fronte alla Procura generale dello Stato a Madrid per chiedere di aprire un’inchiesta sulla scomparsa di 261 bambini durante il franchismo e i primi anni della democrazia. Nel corso di cinque decenni, centinaia e forse migliaia di famiglie sono state vittime di una rete che organizzava sequestri di neonati per poi darli in adozione. È questa la denuncia dell’Associazione Nazionale delle Vittime di Adozioni Irregolari (Anadir) che ha raccolto numerose testimonianze e prove dell’esistenza di un sistema finalizzato a sottrarre i figli di genitori considerati politicamente pericolosi dal regime del generale Franco, che negli anni ha alimentato un giro di affari illecito, proseguito almeno fino agli anni Ottanta.

  La denuncia presentata al procuratore generale Cándido Conde-Pumpido, che si è rifiutato di incontrare i manifestanti, contiene indizi di alcuni reati come traffico di minori, falsificazione di documenti pubblici, supposizione di parto (simulazione di una gravidanza) e sequestro e detenzione illegale. Nella denuncia sono anche raccolte alcune testimonianze chiave come quella di un’infermiera che lavorò nella Clínica San Ramón e ha raccontato che la vendita di neonati era una pratica abituale; quella di un impresario funebre di Málaga che ha rivelato di aver seppellito diverse volte bare da neonato vuote provenienti da un ospedale locale; quelle di due donne, una ha confessato di aver comprato una bambina nel 1979 e l’altra ha detto di essere stata convinta a fingere una gravidanza in seguito alla quale le fu regalato un neonato.

    La maggioranza dei casi sono stati registrati a Madrid, ma ci sono stati episodi del genere anche in Andalusia e in Catalogna e in tutte le comunità autonome. Il sistema era sempre lo stesso, come ha raccontato l’avvocato Enrique Vila a ‘El País’: “truffa della madre cui era assicurato che il neonato era morto, ricerca dei compratori, pagamento e registrazione come figlio proprio”. Molti dei casi denunciati si riferiscono alla fine degli anni Settanta quando, secondo Vila, si trattava di una “epurazione politica” ai danni dei repubblicani che potrebbe aver colpito 30mila famiglie. Ma poi si è tramutata in una affare commerciale che ha trovato terreno fertile per molti anni. “Pensiamo che ci possano essere centinaia di migliaia di casi”, ha detto ancora Vila.

    Fino al 1987, quando la legge fu modificata, solo il governo aveva il controllo delle adozioni, cosa che lasciava ampi spazi all’organizzazione della vendita di neonati. “Pensiamo che si trattasse di una mafia organizzata che ha continuato a operare anche dopo la modifica delle leggi franchiste che consentivano l’adozione di figli di madri repubblicane”, ha spiegato ancora Vila. Per Antonio Barroso, presidente di Anadir, l’obiettivo della denuncia è conoscere la verità. “I figli rubati sono in cerca delle loro origini e le madri sono in cerca dei loro figli e di una punizione per i colpevoli”, ha concluso Vila, “bisognava indagare molto tempo fa”.