Staffan De Mistura (Onu): “La resistenza e la determinazione delle donne che non vogliono lasciare la Siria va premiata”

siria ceste alimentari 1bis“Se c’è un posto al mondo dove dobbiamo riconoscere e premiare la sofferenza, il coraggio, la resistenza e la determinazione delle donne, è la Siria”. Così scriveva, l’8 marzo scorso, Staffan De Mistura, inviato speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per la Siria. Parole che testimoniano la grande dignità di quelle donne – e, con loro, di gran parte della popolazione siriana – che, nonostante 5 anni di guerra, si rifiutano di abbandonare la speranza. Sono parte di quei 6,5 milioni di persone che, pur avendo perso tutto, non vogliono lasciare la propria terra. È a loro che Amici dei Bambini ha pensato quando ha attivato la campagna di sostegno a distanza per la prevenzione dell’emigrazione Io non voglio andare via, nell’ambito del progetto Bambini in Alto Mare.

A fronte di 4 milioni di siriani fuggiti all’estero, ce ne sono molti di più che hanno deciso di restare nel proprio Paese e da lì cominciare a progettare un futuro di pace, oltre le atrocità e le miserie della guerra.

Tra loro, anche tante donne che, a causa del conflitto, hanno perso i loro figli, mariti e fratelli. E che ogni giorno cercano i loro cari arrestati, rapiti o torturati. Nonostante questo, continuano a combattere ogni giorno per procurarsi acqua, cibo, un posto sicuro per i loro bambini. Hanno paura dei bombardamenti, come tutti gli esseri umani, ma non rinunciato ad accompagnare i loro figli a scuola, laddove questa esiste ancora. Con i loro gesti, con la loro forza, con il loro mandare avanti la famiglia, vogliono dire al mondo: “vogliamo continuare a credere nella Siria multiculturale, in quella meravigliosa Siria che abbiano amato per migliaia di anni”.

Queste donne, insieme ai loro figli, hanno deciso di continuare a far parte del presente del loro Paese e sono intenzionate a far parte anche del suo futuro. Anche con un ruolo da protagoniste. Un gruppo di donne, infatti, in virtù delle loro capacità e professionalità, è stato scelto dallo stesso De Mistura per un comitato di consiglieri speciali, tutto al femminile, in vista di una nuova Costituzione per la Siria.

I 6,5 milioni di sfollati interni siriani sono solo una parte, la più bisognosa, dei 13,5 milioni che attualmente si trovano in stato di necessità. Sono persone che hanno deciso di non lasciare la propria terra e che non possono essere abbandonate. Anzi, bisogna garantire loro un’alternativa all’emigrazione, che sempre più spesso sta diventando una trappola mortale o una nuova prigione senza uscita. Lo dimostrano i tanti casi di naufragio nel Mediterraneo e le immagini delle migliaia di migranti che premono ai confini di quei Paesi europei che stanno via via chiudendo loro le porte.

Ai.Bi., unica ong italiana partner delle Nazioni Unite nell’emergenza rappresentata dagli sfollati interni, ha avviato nel territorio di Aleppo una serie articolata di interventi di prima e seconda emergenza. In collaborazione con Unocha (l’Ufficio dell’Onu per gli affari umanitari) e in partnership con Shafak, Ai.Bi. distribuirà aiuti alimentari a oltre 3mila sfollati interni e sosterrà non meno di 12mila persone.

Numeri enormi per i quali le donazioni “spot” ormai non bastano più. Per garantire a diverse migliaia di sfollati interni il diritto a sentirsi a casa nel proprio Paese serve un sostegno continuativo: un sostegno a distanza per la campagna Io non voglio andare via, un piccolo impegno per ciascuno di noi, ma capace di assicurare un futuro a tante famiglie e tanti bambini.

 

Fonte: La Stampa