Storie (bellissime) di adozione internazionale

L’adozione internazionale è un’avventura che regala storie e ricordi indelebili. Tantissime quelle che Ai.Bi. ha vissuto da vicino negli ormai 40 anni di cammino insieme a migliaia di bambini e famiglie. Eccone qualcuna

L’Adozione è un’avventura meravigliosa. Detta così, all’inizio di un articolo o in una conversazione poco impegnata, può apparire come una frase fatta, buona come slogan ma priva di vera sostanza.
Sbagliato!
Perché l’Adozione è davvero un’avventura meravigliosa. Che non significa “facile” e non assicura un lieto fine, ma che garantisce la pienezza di un percorso da vivere fino in fondo, anche quando le cose non vanno come ci si sarebbe immaginati. Anche perché, tante volte, per fortuna, le cose vanno oltre quanto immaginato, regalando ricordi e racconti indelebili e significativi.
Nell’arco di 40 anni in cui Ai.Bi. ha accompagnato migliaia di coppie in circa 4mila adozioni, di aneddoti e di momenti da ricordare ce ne sono tantissimi. Qualcuno custodito nelle menti e nei cuori di chi l’ha vissuto, altri raccontati attraverso lettere, mail, post social e quant’altro di cui, sotto, riportiamo un paio di splendidi esempi.

Il suo zainetto è tutto quello che abbiamo ricevuto con lui

“Buffo, ma quando siamo partiti per andare a incontrare nostro figlio, ci siamo domandati, riempiendo le valigie, se sarebbe bastata una sola grande sacca per portare a casa i suoi averi. Immaginavamo avremmo ricevuto dall’istituto documenti in originale, certo, ma anche quaderni, disegni, oggetti suoi e, confidavamo, anche i sui abiti.
Invece, tutto quello che ci hanno dato è stato comodamente dentro il suo piccolo zainetto: piccolo scucito e pure mezzo vuoto.
Custodiamo gelosamente un piccolo dono che la sua educatrice ha infilato nel suo sacchettino e un piccolo orsetto che, a quel che ci è stato confidato, è un lusso che gli sia stato lasciato in via eccezionale, perché solitamente questi peluche vengono passati a qualche bimbo più piccolo.
Un po’ di tristezza ci ha assaliti, nel vedere che tutto il suo mondo era lì dentro, ma abbiamo deciso che sarebbe stato compito nostro raccogliere ricordi, profumi, fatti accaduti nel suo paese con noi, per iniziare ad aggiungere materiale al suo bagaglio.

Sono del Paese della mia mamma!

A mio figlio di 7 anni, che viene da un Paese lontano, durante una festa di compleanno hanno chiesto: “Da dove vieni?”. Lui ha risposto senza pensarci: “Dall’Italia!”.
La sera, a cena, abbiamo ripreso l’argomento per comprendere bene il motivo della sua risposta. E, anche in questo caso, la spiegazione è stata semplice e quasi disarmante nella sua linearità: “Tu sei la mia mamma? Sì! Sei italiana? Sì! Allora io sono italiano”. E con queste parole ha chiuso l’argomento.