Tagli ai fondi e crisi finanziaria: Ong in difficoltà

(Milano) La prossima Finanziaria riduce le risorse destinate ai programmi di cooperazione con i Paesi in via di sviluppo. Per l’approdo del testo in Gazzetta Ufficiale bisognerà ancora aspettare, ma sul punto in questione non sono previste modifiche, la notizia viene riportata oggi nelle colonne de “Il Sole 24 Ore”.
I tagli mettono in difficoltà l’universo delle Organizzazioni non governative. Rispetto ai 970 milioni di euro impegnati nel 2007, la somma a disposizione si è più che dimezzata. Il prossimo anno per i nuovi progetti di cooperazione delle Ong nei Paesi in via di sviluppo ci sarà una disponibilità di appena 10 milioni di euro (nel 2008 sono stati 65 milioni).
Dall’analisi de “Il Sole 24 Ore” si legge che un taglio così pesante imporrà un ripensamento nelle attività delle Ong, ma non dovrebbe interromperne l’attività. Questo perché le fonti di finanziamento sono diversificate: il 30% delle risorse di cui dispongono le organizzazioni italiane proviene dall’Unione Europea, il 45% dai privati.
C’è incertezza anche sul fronte dei finanziamenti dai privati. A fine ottobre, le tre ONG con un fatturato annuo maggiore di 3 miliardi di dollari (Oxfam, Save the Children e World Vision) avevano dato previsioni negative per le attività di raccolta fondi promosse dalle associazioni.
I tagli maggiori sono stati fatti dalle aziende e dai donors del settore finanziario: “Gli investimenti del settore bancario sui nostri progetti sono stati molto consistenti negli ultimi anni, tuttavia a seguito della crisi ci aspettiamo un progressivo decremento nel corso del prossimo biennio. I primi segnali sono già arrivati.” – ha detto Tanya Steele, responsabile della direzione raccolta fondi di Save the Children.Il risultato di questa contrazione ha avuto effetti immediati: Save the Children ha già reso noto che non potrà stanziare alcun investimento sui nuovi progetti in cantiere nei paesi in cui opera l’associazione.
Oxfam ha scelto di ridurre i costi variabili, anziché tagliare i costi sui progetti di cooperazione allo sviluppo. “Stiamo cercando di reagire alla crisi riducendo del 10-15% le spese dello staff della sede centrale e regionale pur di mantenere inalterato l’investimento sulle attività all’estero.”
World Vision ha deciso di controbattere con una politica di fidelizzazione dei finanziatori privati. Le entrate dell’organizzazione si dividono tra il 30% dei fondi provenienti dal settore pubblico, il 30% dalle imprese e il restante 40% dai donatori privati.