Telemà… rialzati! L’Africa e il sogno di Luca Attanasio

Prossimo appuntamento con i martedì per l’Africa il 16 Marzo dalle ore 18.00 alle 19.30 sulla piattaforma Zoom e Facebook con Elena Pasquini; Pierre Kabeza, Suzanne Diku, Limba Nyakuru Nall, P. Joseph Mumbere.

 Il barbaro assassinio di Luca Attanasio, Vittorio Iacovacci, Mustapha Milambo e del procuratore Mwilana Asani William nella Repubblica Democratica del Congo scuote  ed esige un risveglio delle coscienze sull’Africa e sulla crisi nella Regione dei Grandi Laghi. In tale direzione vanno  i  Martedi per l’Africa organizzati da Chiama l’Africa.

Il 2 marzo lo speciale Congo ha visto le riflessioni di Guido Barbera, Jean Léonard Touadi, Mario Giro, Brigitte Kamu, Bwiza Kinamula. Dopo una riunione di consiglio Aoi, siamo corsi a seguire la diretta.

Alcune cose mi hanno particolarmente toccata.

Jean Léonard Touadi ha sottolineato come la parola Telemà – in Lingala, significhi ALZATI. La madre lo dice al bambino quando cade, per insegnargli a rialzarsi. È in questo spirito e nella economia vernacolare di questi luoghi che si intercettano la resistenza e l’innovazione e la forza dell’Africa.

 Telemà, Alzati, sembra ricordarci lo stesso Luca Attanasio con il suo sacrificio, riflettiamo in associazione.

Guido Barbera ha ricordato nel primo incontro lo spirito dell’iniziativa che non è volta ricordare persone speciali ma per dare senso alla loro morte e per assumere la loro eredità. Dobbiamo diventare insieme costruttori di pace e di fraternità. Se diamo voce la realtà e alla verità possiamo uscire dal nostro io e acquisire quella forza di avvicinarci alla costruzione di una società più giusta.

Brigitte Kamu sottolinea come la questione delle violenze in Congo non può essere trattata in maniera isolata. Il saccheggio delle risorse e la violazione della sovranità ha raggiunto l’apice con il piano di balcanizzazione del Paese ovvero, fare tabula rasa dei villaggi e massacrare le donne. Un territorio che non ha più donne sparisce. Senza donne la società è zotica. Va riconosciuto il  ruolo primario delle donne.

La riflessione proseguirà Martedì 16 Marzo dalle ore 18,00 alle 19,30 su piattaforma Zoom e Facebook con Elena Pasquini; Pierre Kabeza, Suzanne Diku, Limba Nyakuru Nall, P. Joseph Mumbere.

In vista del prossimo appuntamento Barbera ci invita a riflettere: “In Africa, si sa, i morti contano poco, soprattutto in un Paese dilaniato da alcuni dei conflitti più sanguinosi della storia moderna come la Repubblica Democratica del Congo che, dopo circa un decennio dalla presentazione del Rapporto Mapping, pubblicato il 1 ottobre 2010, resta in balia di un ciclo di impunità. 

 A distanza di anni dagli efferati crimini sopravvenuti durante le due Guerre del Congo, non è ancora stato istituito un Tribunale penale internazionale per l’imputazione dei responsabili. Il rapporto, offre un quadro complessivo dei crimini più gravi commessi nella RDC tra il 1993 e il 2003. 550 pagine che descrivono violenze, sopraffazioni, stupri di massa, sfruttamento dei bambini, rapimenti, omicidi. Nonostante questa documentazione circostanziata i responsabili – di cui si conoscono i nomi – sono ancora liberi di continuare e perpetrare soprusi contro la popolazione costretta, dalla prosecuzione delle violenze, a ricercare rifugio altrove. Sono stati circa 5 milioni, negli ultimi 2 anni.

È giunto il momento di “ripensare” non solo la cooperazione, ma anche il modello di sviluppo mondiale.

Perché Paesi come lo Zimbabwe, il Niger, il Mozambico, il Congo, che sono ricchi di minerali importantissimi, vivono in condizione di miseria estrema? Perché tanti conflitti di cui nessuno parla? Perché la ricchezza di questi Paesi deve arricchire solo pochi? È forse meglio lasciare libera l’Africa dagli aiuti, dandole semplicemente la libertà di decidere cosa fare delle sue risorse…  Se i congolesi fossero liberi di dire che il coltan, fondamentale per i nostri smartphone, lo vendono loro e al prezzo che dicono loro, quali sarebbero le conseguenze inimmaginabili per tutti noi? Quindi è solo ipocrisia dire “aiutiamoli a casa loro” se continuiamo ad appropriarci dei loro giacimenti e a sfruttarli in maniera incontrollata e insostenibile.

Vogliamo continuare a chiedere Informazione, Verità e Giustizia!”

Ricordando le parole di Luca Attanasio sull’Africa e sulla sfida “ai problemi veri che qualche volta puoi risolvere”, Ai.Bi. è in cammino. Africa in Famiglia, in cui crediamo vivamente, non è una mera campagna ma uno stile di esserci, dentro “una nuova grammatica nel rapporto Europa – Africa”, così come affermato dal Ministro di Maio, nella sua Informativa al Senato sull’attacco in Congo.

 Le famiglie italiane siamo certi, non faranno mancare il loro risveglio, insieme alle tante associazioni che attraverso la cooperazione e il sostegno a distanza finalizzato a costruire ponti e relazioni umane, si impegnano con l’Africa.

È una sfida iniziata anni fa, ma che nel nome di Luca porteremo avanti ancora con più impegno e determinazione.  “Siamo  in cammino insieme, è duro ed è bello” commentiamo con Guido Barbera in uno scambio di fatiche quotidiane, nella consapevolezza che solo facendo sistema con i fatti possiamo dare un contributo significativo.

L’incontro del 16 marzo sui Martedi dell’Africa è promosso da Chiama l’Africa in collaborazione con AOI, Cooperazione e Solidarietà internazionale, CIPSI, Time for Africa, Nigrizia, Rete della Pace per il Congo, Tavola della Pace, Coordinamento Nazionale Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, ForumSad, Club per l’Unesco di Udine. Per informazioni: coordinatore@chiamafrica.org – info@timeforafrica.it

Marzia Masiello