“The Orphan”, il Male dell’abbandono al cinema

E’ uscito il 24 luglio nelle sale americane “The Orphan”: il film horror diretto da Leonardo Di Caprio accusato dalle agenzie statunitensi per le adozioni di disseminare stereotipi e paure infondate nei confronti di milioni di orfani.

Il film racconta la storia familiare di Kate e John una coppia che, dopo la perdita del figlio deceduto prima di venire alla luce, decide di adottare Esther, incontrata all’orfanotrofio locale. Ma quando la piccola si trasferisce nella loro casa, un’allarmante serie di disgrazie inspiegabili si manifesta, tanto da spingere Kate a credere che nella bambina ci sia qualcosa di mostruosamente sbagliato e che il suo aspetto angelico nasconda in realtà qualcosa di terribile.

Il Congressional coalition on adoption institute, una lobby che raccoglie ben 11 tra i più importanti gruppi pro-adozioni, accusano Orphan di “far leva sulla paura inconscia di molti, secondo cui gli orfani sono tutti psicotici, incapaci di guarire dalle ferite provocate da abusi, maltrattamenti e abbandono”. Jedd Medefind della Christian alliance for orphans, ha lanciato dal sito internet OrphansDeserveBetter.org una petizione per costringere la Warner Bros ad aggiungere un messaggio pro-adozione alla fine del film e donare una parte degli incassi agli orfanotrofi.

“Il film sembra suggerire che gli orfani siano “merce danneggiata” e che le adozioni possano distruggere una famiglia” si legge in una nota sul film riportata dal “Corriere della Sera”.

Quando l’anteprima del film è stata presa di mira dagli avvocati delle agenzie di adozione americane e dai loro blog, la casa produttrice di “The orphan” aveva prontamente sostituito la controversa frase pronunciata da Esther, “Deve essere difficile amare un bimbo adottivo come fosse tuo”, con “Non credo che mamma mi voglia molto bene”.

Un film che fa discutere e accende i riflettori sui figli adottivi.

“Lo scandalo non è tanto quello di parlare del Male dell’abbandono minorile, ma non essere consapevoli che l’abbandono sia un Male! – ha detto Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. – Nel mondo sono 145 milioni i minori fuori famiglia costretti a vivere senza una mamma e un papà; un fenomeno dai contorni estesissimi e gravi. Eppure questa emergenza umanitaria, la Quarta dopo fame, malattie e guerre, non è conosciuta. Nessuno sembra preoccuparsi realmente per la tragica condizione di milioni di minori.

Il vero scandalo è che non esiste in alcun Paese un Centro specializzato per studiare il Male dell’abbandono. Cosa produce l’abbandono in un bambino? Quali i danni? Sono permanenti o temporanei?

Sono tutte domande che trovano solo risposte frammentarie e rimarranno tali fino a quando non sarà creato un Centro in grado di studiare in maniera approfondita il fenomeno.

Se film come “The orphan” mettono a nudo le difficoltà di bambini che hanno vissuto in orfanotrofio, per anni senza una famiglia, accogliamo con favore pellicole come questa. Non deve creare stupore il fatto che l’abbandono sia un Male. E’ un Male che può essere trasformato e redento in Bene grazie all’amore che solo una famiglia adottiva può offrire a un bambino. Sentendosi amato, e rinascendo come figlio, il bambino riesce a curare così la ferita dell’abbandono. Naturalmente questo non significa ignorare i problemi e le difficoltà legate all’accoglienza di un bambino che può aver subito molti traumi o perfino maltrattamenti, significa piuttosto essere consapevoli che la famiglia può essere linfa vitale per curare il Male dell’abbandono.” Ha concluso Griffini.