Torino: sventato traffico di romene orfane

Per reclutare le donne da avviare alla prostituzione sceglievano, in Romania, adolescenti senza famiglia o ospiti negli orfanotrofi, convincendole a trasferirsi in Italia con la promessa di un lavoro onesto e una vita agiata.

Il gruppo, composto da romeni ed albanesi, è stato smantellato dalla polizia a Torino con un’inchiesta che ha portato anche alla scoperta di una numerosa banda specializzata nei furti di escavatori e altre macchine da lavoro. In tutto sono 21 gli ordini di arresto firmati dal gip Silvia Salvadori, ma il sospetto è che ci siano ancora altre persone coinvolte. Cinque, invece, sono le ragazze che, nel capoluogo piemontese, sono state costrette a prostituirsi.

Ad occuparsi della ricerca delle donne in Romania era Cristinel Sarcu, 28 anni, che probabilmente aveva dei complici anche all’interno degli orfanotrofi. “Una volta maggiorenni – è stato spiegato in questura – le ragazze dovevano lasciare l’istituto, ma non avendo famiglia, denaro e amici diventavano una preda facile per i malintenzionati”. Ad avviarle alla prostituzione, in Italia, erano due cugini di origine albanese, Roland e Leonardo Shordaj, di 26 e 31 anni, e altri personaggi.

L’inchiesta è ancora in corso, e presto verranno contattate le autorità romene per poter svolgere accertamenti all’estero. Sarcu, come hanno accertato gli investigatori diretti dal pm Cristina Bianconi, dal capo della squadra mobile Sergio Molino e dal dirigente di polizia Alberto Somma, era anche il contatto tra il gruppo degli sfruttatori e la banda dei ladri di escavatori, capace di mettere a segno decine di colpi nei cantieri. L’organizzazione agiva con grande efficienza: spesso, per non destare sospetti, i suoi componenti indossavano divise di operatori stradali. I mezzi, nascosti in diversi depositi nel Nord Italia, venivano rivenduti in Romania con falsi documenti. Fra i promotori del gruppo la polizia indica il settantaseienne Nicolò Vivona, pregiudicato, chiamato dai compagni “il vecchio” per l’autorevolezza e l’esperienza maturata negli ambienti della malavita.

(fonte: Ansa)