Tribunale di Roma: ritornano i “decreti vincolati”

M.CavallocASCUn ritorno al passato, ai decreti di idoneità all’adozione “vincolati” – ovvero con indicazioni specifiche rispetto al Paese di provenienza del minore, al suo stato di salute, all’età. –

E’ la linea stabilita del Tribunale per i Minorenni di Roma, in cui il presidente Melita Cavallo – già presidente della Commissione per le Adozioni Internazionali CAI) – ha annunciato ieri nel corso di un incontro con i rappresentanti degli enti autorizzati e dei servizi sociali che “saranno posti dei limiti nel decreto relativi ai gruppi di fratelli e all’età del minore”.

Alla luce di queste dichiarazioni, che hanno riaperto un capitolo che sembrava definitivamente chiuso, abbiamo raggiunto telefonicamente Melita Cavallo.

E’ vero che il Tribunale di Roma intende porre limiti nel decreto di idoneità relativi all’età del bambino?

Sì e la scelta è dettata dall’esperienza. Tanti i casi di bambini adottati già grandi che non riescono ad adattarsi alla cultura del nostro Paese. Penso sia pericoloso adottare un bambino che ha vissuto per molti anni della sua infanzia nella sua terra e poi viene catapultato in un altro Paese. Da quando sono diventata presidente del Tribunale mi sono resa conto del dramma che comportano i fallimenti adottivi. Dramma per la famiglia ma soprattutto per i bambini. Rischiamo di creare una gioventù malata.

L’orientamento del vostro Tribunale, però, sembra non tenere conto della situazione attuale dell’adozione internazionale con tanti Paesi, l’ultimo è la Lettonia, che scelgono di dare in adozione internazionale bambini grandi, con problemi di salute, con più fratelli.

Lo so bene. Sono numerosi i Paesi di origine dei minori che stanno seguendo questa politica. Tuttavia se si continuerà su questa linea, e le famiglie italiane non potranno più adottare bambini piccoli, vorrà dire che non promuoveremo più le adozioni nei Paesi che le prevedono solo per quelli grandicelli. Sono a conoscenza di casi in cui i figli adottivi sono seguiti da anni da psicoterapeuti, senza miglioramenti.

Non crede che si dovrebbe investire sulla formazione per superare le difficoltà di cui parla?

Le coppie devono essere sicuramente informate e preparate sulle difficoltà dell’adozione ma non credo che i fallimenti adottivi si possano prevenire con la formazione. Abbiamo deciso di fare un’analisi sui fallimenti adottivi per andare a fondo.

Sulla questione dei “decreti vincolati” il presidente di Ai.Bi. Marco Griffini ha dichiarato che“l’orientamento del Tribunale per i minorenni apre un dibattito sul futuro delle adozioni internazionali. L’accoglienza dei bambini con bisogni speciali si delinea sempre più come nuova frontiera dell’adozione internazionale. Sono sempre più numerosi, infatti, i Paesi di origine che favoriscono questo canale per le coppie straniere. Colombia, Perù, Cina, Ungheria, Bulgaria, Lettonia rappresentano solo alcuni esempi.

Ecco perché non possiamo credere che emettere decreti vincolati sia la soluzione, in questo modo si limita di fatto l’adozione internazionale di minori già grandi o con fratelli. – ha detto Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. – Tutto sta nella formazione. Solo con un servizio di accompagnamento di qualità alla coppia adottiva, sia nella fase iniziale che in quella del post-adozione, si possono affrontare le sfide che comporta l’accoglienza di un bambino grandicello.”

Ricordiamo che il board della Conferenza di Diritto Privato de l’Aja, aveva evidenziato nelle sue Linee Guida che gli stati devono favorire l’adozione di bambini con bisogni speciali (età, stato di salute, fratrie).