Trieste. Neonata abbandonata e morta. Griffini (Ai.Bi.) “Occorre aprire una ‘culla per la vita’ in ogni quartiere e depenalizzare il reato di abbandono”

Una ‘culla per la vita’ in ogni quartiere della città. Da nord a sud d’Italia, una mappa chiara e accessibile a tutti e depenalizzazione del reato”. Questo l’appello di Marco Griffini, Presidente di Ai.Bi., Amici dei Bambini, alla luce dell’ennesima tragedia di Trieste, dove una neonata è stata abbandonata in un giardino condominiale e nonostante la corsa in ospedale, dopo poche ore purtroppo è morta.

E ora la madre, una ragazzina di appena 16 anni, è indagata.

Se ci fosse stata una culla per la vita nel suo quartiere – precisa Griffini  – la bambina sarebbe ancora viva. La giovane mamma avrebbe, infatti, lasciato la neonata al caldo e al riparo nella culla, si sarebbe allontanata in tutta sicurezza senza il rischio di essere identificata e la piccola, presa in carico dal personale del 118, sarebbe stata portata in ospedale. Insomma tutto si sarebbe svolto nel modo più corretto. E si sarebbe salvata una vita”

 E invece dopo la tragedia di ieri, 07 maggio, Trieste si aggiunge a una lunga lista di abbandoni che attraversa tutta la Penisole e che continua a mietere vittime innocenti.

 “E queste sono quelle note – aggiunge Griffini – La neonata abbandonata a Trieste, al freddo su dei calcinacci e ancora con il cordone ombelicale attaccato, è la punta di iceberg di un fenomeno sommerso le cui dimensioni ci sono sconosciute. Quanti bambini, infatti, vengono abbandonati e poi finiscono in ‘cattive mani’ alimentando anche un losco mercato?”

 Insomma chi deve aiutare è la società, altrimenti davanti all’errore del singolo, tutti devono fare un “mea culpa” e non condannare.

 Senza entrare nel merito del gesto – precisa Griffini –, è necessario però soffermarsi e fare una riflessione: che senso ha arrestare una madre disperata? Bisogna prevenire e aiutare. Proprio con la diffusione delle culle per la vita. Per questo della morte di questa neonata siamo tutti responsabili: a Trieste non c’e neanche una culla per la vita”.

Ennesima vicenda, dunque, che fa emergere ancora di più l’impellenza di diffondere a livello capillare su tutto il territorio nazionale la Culla per la vita, l’unica vera alternativa al parto in anonimato in ospedale.

In Italia al momento ci sono circa 50 culle: clicca qui per vedere l’elenco.

Tra queste c’è anche quella di Ai.Bi., inaugurata lo scorso 1 dicembre 2015 a Melegnano (Milano) facilmente raggiungibile dalla rete di autostrade lombarde, e che va a potenziare un’offerta ancora a macchia di leopardo in Lombardia.

La culla di Ai.Bi è l’unica nel territorio, nel sud della città di Milano. Nella struttura dove è ospitata la culla sono presenti costantemente operatori specializzati o di chi lascerà il bambino nella culletta nella presa in carico del neonato, nel rispetto dell’anonimato della mamma.